di Sergio Grillo - Sir John James Patrick Kirwan é una icona nel panorama del rugby internazionale. Campione del mondo con gli All Blacks, allenatore della Nazionale azzurra e poi di quella giapponese, ha espresso più volte il suo pensiero sul tema, sempre vivo, del coinvolgimento di giovani adepti al sacro rito della palla ovale. "Bisogna convincere le mamme che il rugby è uno sport non pericoloso ma fortemente educativo. Insegna a soffrire e a cementare un gruppo di amici". Kirwan viene da una realtà particolare come quella neozelandese dove il rugby non ha rivali in fatto di popolarità e di partecipazione. I giovani, stimolati da un movimento sportivo caratterizzato dalla supremazia espressa ai massimi livelli, non possono che raccogliere il testimone della vittoria. E il rugby diventa una scelta obbligata, un culto da diffondere e da preservare. Per spiegare ancora meglio il concetto esaminiamo la recente storia sportiva della nostra città. Negli anni settanta il basket conquistò gli entusiasmi grazie alle imprese vincenti della Sebastiani. Fiorirono strutture dedicate al basket. Decine di giovani si misuravano nei "campetti" cercando di emulare le gesta dei campioni della palla a spicchi. Sempre in quegli anni la promozione in serie A del rugby amarantoceleste creò nuovi interessi dando il via al ripopolamento dei settori giovanili e creando le premesse di una ritrovata passione per la palla ovale. Il concetto è chiaro: i risultati positivi ottenuti sul campo fanno da volano per l'allargamento quantitativo e qualitativo. Dunque i punti sono due: ricreare un forte movimento giovanile e creare le premesse per rivedere il rugby italiano nuovamente competitivo nel panorama internazionale. È da innescare la scintilla che possa accendere la passione e l'amore per la pratica sportiva rugbistica. Oggi la crisi è evidente. Il fatto di aver raggiunto un record negativo pesante ( più di trenta sconfitte consecutive) ha allontanato e spento entusiasmi e voglia di "esserci". Il 13 marzo scorso è cambiata la presidenza della Federazione. Alla prima votazione è stato eletto Marzio Innocenti livornese. "Il primo passo sarà far ricrescere il rugby al sud". Questo il primo obiettivo dichiarato dal neopresidente della Fir. Ma, come ha detto Villepreux ex allenatore dell'Italia, una volta attratti, i giovani devono essere affidati ad allenatori capaci e non solo tecnicamente. Allenatori che mancano soprattutto al Sud. Il lavoro da fare è enorme ma la speranza è una fiaccola da non spegnere.
UN ANNO DOPO

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