di Massimo Palozzi - Quando si dice la sfortuna. Giovedì è stato presentato a Palazzo Potenziani il nuovo sito di promozione turistica rietinature.it, appena varato dalla Fondazione Varrone. La piattaforma passa in rassegna tutti i comuni della provincia, mostrandone le bellezze naturali, paesaggistiche e storico-artistiche allo scopo di invogliare potenziali visitatori italiani e stranieri (è opportunamente disponibile anche in lingua inglese). Sottotitolo piuttosto accattivante: “uno spettacolo di provincia”. Ugualmente ambiziosa la dichiarazione di intenti che accoglie l’utente: “Rieti Nature è un viaggio immersivo nel cuore dell’Italia, alla scoperta di Rieti e della sua provincia. Città e paesi si raccontano e si fanno guardare con le loro piazze, le loro chiese, i loro monumenti, incastonati tra le colline della Sabina e sui monti che solcano il territorio, dal Terminillo alla Laga. Un paesaggio scolpito anche dalla storia e dalle tradizioni, che fanno della provincia di Rieti un crocevia di popoli”.
Bella la presentazione e belli i contenuti. Fotografie di qualità, filmati coinvolgenti, testi precisi e sintetici il giusto. Insomma, uno strumento in più a disposizione di tutti i navigatori del web, senz’altro utile alla conoscenza del territorio. Che c’entra allora la malasorte? C’entra nella misura in cui, per una sfortunatissima coincidenza (per il Comune) a inizio settimana i consiglieri di opposizione (Pd - Progressisti, T’Immagini, Rieti Città Futura, Psi – Rieti in Salute – NOME Officina Politica) hanno depositato un’interrogazione in merito all’analogo sito di promozione turistica Visit Rieti, che invece non se la passa altrettanto bene.
Nell’atto di sindacato ispettivo viene ricordato come il 25 maggio 2020 l’allora assessore al Turismo (oggi sindaco) Daniele Sinibaldi lanciava la piattaforma presentandola come “lo snodo fondamentale della promozione delle risorse locali, un’importante innovazione per il nostro territorio e un’esperienza sulla quale contare per coinvolgere tante altre amministrazioni locali e private”.
In questi tre anni le cose sembrano però aver preso una piega diversa. Secondo i consiglieri di centrosinistra, i social di Visit Rieti appaiono dormienti, tanto che l’ultimo post su Facebook risale a febbraio, l’ultima foto su Instagram a gennaio e l’ultimo “cinguettio” di Twitter ad aprile 2021. Addirittura, in tutto il 2023 sono state pubblicate appena quattro news, l’ultima delle quali quattro mesi fa.
Non solo. Ricordano i firmatari dell’interrogazione che a luglio 2020 l’allora sindaco Cicchetti annunciava che gli alunni dell’IIS “Luigi di Savoia” si sarebbero occupati delle attività di internazionalizzazione del sito e dei relativi account sui social, traducendo i testi in francese e spagnolo. Inoltre, lo stesso Comune si era impegnato a versare cinquemila euro per ogni anno nel triennio 2019-2021 di durata della convenzione con Confcommercio Lazio Nord e Cat Confcommercio Rieti per la gestione e la realizzazione del piano editoriale e di tutti i contributi promozionali presenti nelle piattaforme informatiche collegate a Visit Rieti, ovvero nel sito web, nell’app e nelle pagine social.
Ad oggi di tutto questo sembra non esserci traccia. Il sito visitrieti.com è regolarmente online, continua a presentarsi bene come al momento del lancio, ma i testi innovativi che erano stati annunciati non si trovano. L’ultima news (si fa per dire) resta quella pubblicata il 15 febbraio dedicata alla Fiera internazionale del turismo religioso di Vicenza. Obiettivamente un po’ poco. La tempestività nell’epoca di Internet è tutto e sebbene la velocità non sempre garantisca la bontà dei contenuti messi in rete, il mancato caricamento di novità a ciclo pressoché continuo costituisce un errore esiziale, perché si dà la sensazione che non si abbia niente da comunicare o, peggio, di una scarsa cura generale.
Visit Rieti è un sito di informazione turistica che illustra e valorizza le bellezze del territorio comunale ed è ovvio che non ci sia da intervenire spesso sul lato contenutistico in senso stretto. Scorci, monumenti e attrazioni quelli sono. Però i percorsi per goderne gli effetti possono cambiare (e magari a volte dovrebbero, vedi come è ridotto il Cammino di Francesco). In quel caso un aggiornamento diventa necessario. E comunque, si avvicendano eventi in grado di destare curiosità in un ipotetico viaggiatore che andrebbero puntualmente veicolati.
Tanto per dirne una, quest’anno la processione di Sant’Antonio avrebbe potuto essere adeguatamente valorizzata nel suo ritorno in grande stile. Invece niente. Anzi, peggio che niente (che poi si sia ugualmente registrato un boom di presenze, è un altro discorso). Digitando nel campo ricerca la parola “processione”, esce la locandina del Giugno Antoniano del 2021, con informazioni che annunciano la cancellazione della stessa processione causa Covid, sostituita dal trasporto della statua del santo su di un mezzo attrezzato. A corollario, le altre notizie riguardano la soppressone dello spettacolo pirotecnico e lo stravolgimento della tradizionale benedizione dei bambini, costretta a modalità emergenziali dettate dalla crisi pandemica.
Una delle regole fondamentali della comunicazione, tanto più quella sul web, è il continuo aggiornamento. A maggior ragione se i contenuti da attualizzare sono limitati. Se si parla delle bellezze del Terminillo o della maestosità della cattedrale o della spiritualità dei conventi francescani c’è evidentemente poco da aggiungere nel breve periodo. Discorso diverso va fatto per le iniziative legate a quei luoghi che invece variano anche quando ripropongono eventi legati a tradizioni antiche, assumendo connotazioni e sfumature ogni volta diverse.
Ovviamente il portale della Fondazione non nasce per fare concorrenza a quello del Comune. Intanto perché abbraccia tutto il territorio provinciale e poi perché di sicuro non era nelle intenzioni di chi lo ha pensato dimostrarsi più bravo dei “concorrenti”. Il risultato non voluto è però quello di evidenziare lacune e carenze difficilmente giustificabili da parte di Palazzo di Città, tanto più per un’amministrazione che sulla comunicazione ha investito molto, sfidando persino, se non le norme, almeno il senso di opportunità e quella vecchia diligenza del buon padre di famiglia richiesta anche nella conduzione della cosa pubblica.
02-07-2023