a cura di M. Antonietta DIONISI

Aprile 2023

LA BOTTEGA DELL'ARTE

TIC-TAC-TIC-TAC

arte, artigianato

di M. Antonietta Dionisi - Oggi vorrei spendere questo tempo per dedicare un inno al tempo, non un gioco di parole, bensì un momento per dare una dimensione a quello che ogni giorno ci sfugge dalle mani e neanche lo vediamo, a quello che guardando indietro rimpiangiamo per non averlo assaporato. Il mio lavoro è , o dovrebbe essere, la santificazione del tempo; niente si può creare di fretta con le mani, né con testa mani e cuore insieme. Ormai il mondo gira a velocità non più umana, ci affanniamo perché le cose vanno più veloci di noi, ma qui, in questo laboratorio il ritmo è diverso, in tutti i laboratori dovrebbe esserlo: ideare, preparare il progetto, cercare i materiali, elaborarli rispettando i tempi dei vari passaggi... non si può fare di corsa. Anche se qualcuno ha fretta di vedere il risultato finale deve aspettare, aspettare con curiosità e pazienza, come pane a lievitare; ci sono modi moderni per una lievitazione più veloce, ma il pane più buono è quello che si impasta e lievita, si rimpasta e lievita ancora. Ci sono modi per realizzare velocemente un oggetto, lo stampo, la fustella, il pretagliato, ma niente in confronto al gusto di fare da sé, stessi lavori ma tutti diversi. Le allieve del mio corso di “patchwork” sono l’esempio più bello di tutto ciò: è qualche anno che punto dopo punto, schema dopo schema hanno imparato che da qualche pezza messa insieme si possono  ricavare piccoli grandi lavori; lezione dopo lezione, ogni volta qualcosa di più complicato, con costanza  e pazienza dovute alla passione, ora sono arrivate alla progettazione di una coperta, ci vorranno mesi per il risultato, ci vorrà caparbietà per riparare gli errori, ma ci riusciranno. Il “tic-tac, tic-tac”  delle mie giornate, imperterrita nel non arrendermi a imboccare le autostrade creative, testarda  nel seguire percorsi che ti fanno gustare  il paesaggio, è ciò che mi ha permesso di camminare in vostra compagnia, di inondarvi con le mie elucubrazioni, di fermarmi a riflettere sul desiderio di portarvi una ventata  di serenità creativa con il dubbio, spesso, di essere banale e fuori luogo e tempo. Con questo articolo si compiono quindici anni della mia collaborazione con Format; quindici anni fa, poco dopo aver iniziato l’attività,  con il senno del poi, davvero il ritmo era diverso, sembrava tutto possibile e piacevolmente immutabile, forse qui ho fatto qualche errore di valutazione, ma la mia dimensione temporale nel mio lavoro rimane ancora tale: per vivere bisogna avere tempo.

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