Sarebbe l'art.681 del Codice Penale quello contestato al Sindaco Cicchetti e ad un ex dirigente nell'ambito delle indagini culminate ieri con il sequestro preventivo del Vespasiano. Oltre che sul piano strettamente giuridico la vicenda si è sviluppata a livello politico dove è scoppiata la bagarre. Dall'opposizione si è levata la denuncia e l'accusa nei confronti della maggioranza e del sindaco reo di essere causa di quanto accaduto. Dalla sua Cicchetti difende l'operato finora tenuto essendosi preso le responsabilità per tutto quanto fosse accaduto all'interno del Flavio pur di non fermare la stagione teatrale allora in corso.La storia legata all'adeguamento normativo del Teatro Comunale è cosa vecchia e risale ai tempi della Giunta Petrangeli. Il sindaco con due ordinanze, invocando l'urgenza della situazione, aveva disposto comunque l'apertura per salvare la stagione teatrale e le attività culturali svolte negli anni. Il GIP che ha disposto il sequestro però non ha valutato determinante e scriminante del reato ascritto l'urgenza paventata. I carabinieri forestali hanno quindi dato attuazione ieri mattina a quanto ordinato. "Per completare le opere sarebbe bastato molto poco visto che durante il mio mandato erano state realizzato per il 95% quanto prescritto" ha detto ieri l'ex sindaco Petrangeli. Anche l'opposizione, facendo fronte comune, ha posto l'accento sulla vicenda politica andando a far notare il cambio di rotta nelle visioni del Sindaco Cicchetti, accusato di essere passato da una visione legalista "ad una addirittura eversiva". La giustizia farà sicuramente il suo corso ma la disfatta per la cultura in città è oggettiva. Perdere il Teatro Flavio per un tempo indeterminato è un duro colpo per tutti gli appassionati ma anche per le compagnie teatrali che traggono profitto dallo spettacolo perdendo così introiti importanti.
12_06_20