“Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla”
(Albert Camus)
Da decenni è ormai in atto un processo di degrado socio-culturale che sta facendo del nostro Belpaese un territorio devastato, in alcuni casi anche alla deriva, dove regna l’inciviltà, la maleducazione, l’ignoranza, la mancanza di rispetto per gli altri e per la cosa pubblica, per non parlare della mancanza sempre più diffusa di onestà e buon senso. Un processo iniziato con lo smantellamento di istituzioni importanti per la formazione dell’individuo, quali la famiglia e la scuola, in nome di una ricerca di progresso che è giusto perseguire, essendo la vita e la società degli elementi dinamici, ma che se mal gestito, può portare - come di fatto è accaduto - a una progressiva mancanza di controllo, un lassismo diffuso e a un degrado del sistema sociale in tutte le sue sfaccettature. Abbiamo quindi i nostri bei problemi socio-culturali, che vanno a sommarsi (e non ne sono certo disgiunti!) a quelli economici e politici più o meno marcati a livello nazionale e internazionale; di fronte, una società sempre più vecchia, con giovani senza molte speranze; quelli formati in fuga all’estero, e quelli più “nella media” abbandonati a sé stessi da famiglie assenti che ne fanno individui lasciati allo stato brado senza guida, senza ossatura e senza obiettivi concreti. Il tutto, però, in un Paese che - grazie a Dio - conserva ancora un patrimonio culturale nobilissimo che, se promosso, divulgato e fatto amare, basterebbe già da sé a elevare l’animo di tutti e, di conseguenza, riformare la struttura interiore soprattutto dei giovani, su cui dobbiamo puntare per mantenere prima, e rafforzare poi, il concetto di quell’italianità che una scellerata politica del “vendesi identità” sta mandando a carte quarantotto! E qui si apre un altro capitolo, ovvero quello dell’imbarbarimento supplementare del nostro tessuto socio-culturale, grazie all’incontrollato fenomeno del “tutti avanti, c’è posto per tutti” - migrazione incontrollata e concetto di accoglienza al limite della follia - che, permettendo l’afflusso di intere popolazioni caratterizzate da storia, tradizione e cultura incompatibili con le nostre, crea le basi per una giungla in cui ognuno fa il suo comodo, mancando di rispetto al Paese ospitante e alle sue nobili tradizioni. Non parliamo poi dei risvolti ulteriori che questa invasione incontrollata provoca, non sono casuali o dovute a “mal di pancia” le motivate indignazioni di sempre più italiani (menomale!) che, costretti a inventarsi ogni giorno qualcosa per andare avanti, e sempre a fatica, devono fare i conti con ondate di aitanti giovanotti “sedicenti disperati”, che - nel 98% dei casi, non hanno assolutamente voglia di integrarsi e pretendono con odiosa arroganza di avere la vita facile, “tutto gratis”, tanto paga il Belpaese! Una cosa assolutamente immorale… già si è sbagliato nelle famiglie italiane a instillare nei figli il concetto di “tutto è dovuto, subito, e senza sforzo”, ora ci manca che importiamo pure bighelloni da mantenere di tutto punto!
“La diversità arricchisce” – dicono i benpensanti chic, e questo è vero… ma c’è da dire che la diversità che arricchisce è una diversità “ricca” di valori, di umiltà, di riconoscenza e anche di Conoscenza… non mi sembra che stiamo accogliendo qualità, anzi… il processo di livellamento in basso sta tristemente continuando e non ci si meravigli se sempre più persone davvero disperate (noi piccoli lavoratori che già dobbiamo mantenere i nostri Palazzi e affini) cominciano a infastidirsi. Ognuno in casa sua (le proprie quattro pareti) è giustamente geloso della sua intimità e identità e nessuno dei “buoni” penso che accetterebbe di vedersi stravolgere casa e relative usanze familiari da intrusi prepotenti e arroganti, peraltro inattivi e non collaborativi. Alzi la mani chi davvero accetterebbe una simile situazione, ma il problema è che la casa propria è un conto, mentre ci si dimentica del valore morale e della bellezza della nostra “Casa comune” che va salvaguardata in tutti i suoi aspetti, dalla storia, alla musica, all’arte, all’enogastronomia. Chi non è disposto a rispettare la casa altrui, resti pur nella sua, non abbiamo bisogno della Giungla, oltre a quella nostrana che sarebbe il caso di combattere realmente prima che sia troppo tardi, e a tale proposito, un piccolo messaggio all’Unione (Bancaria) Europea brava soltanto a darci i compitini di matematica: l’invasione non può essere subita solo da noi, mentre tutti gli altri alzano muri e chiudono le porte. Unione fasulla, le castagne bollenti toccano solo a noi che, pian piano, stiamo diventando la Libia Settentrionale! … Preoccupante!!!