La festa di Sant’Anna è ricordata il 26 luglio, essa cade nel mezzo dell’estate, ma la tradizione la vuole anche, in un periodo di mutamento climatico: ovvero un iniziale passaggio dal secco all’umido, con l’arrivo delle prime piogge estive. In sostanza il giorno di Sant’Anna inserisce una breve finestra d’autunno nel cuore dell’estate. L’importanza della figura della santa e del giorno ad ella dedicato, all’interno della cultura rurale italiana, ma soprattutto dell’area appenninica, è rilevante. Il patronato generalmente attribuitole, deriva dal fatto che, moglie di Gioacchino, partorì la Madonna in età molto avanzata senza particolari difficoltà ed è per tale ragione che rappresenta la protettrice delle partorienti; ella viene invocata soprattutto in situazioni di parto rischioso, per il buon andamento della gravidanza ma anche per problemi di sterilità. A lei è attribuito anche un patronato nei confronti della terra e delle attività agricole; nella tradizione popolare, è fortemente radicata la proibizione della trebbiatura nel giorno suo festivo, pena una sventura che colpisce i suoli coltivati e le attività connesse. Da qui nasce uno stretto legame tra la tradizione popolare del culto di Sant’Anna e la formazione di voragini (sinkholes) in aree di pianura coltivate e da ciò si giustifica la presenza della frequenza del toponimo “Sant’Anna” nelle aree suscettibili ai fenomeni di sprofondamento. Patrona di Antrodoco, la cui popolazione, fra il 4 e il 5 settembre1862, fu duramente colpita da un'alluvione (l'alluvione di Sant'Anna), che fece trentanove vittime. Il fiume Velino, esondando, rase al suolo la chiesa di Sant'Anna, di cui non si hanno più testimonianze, e il borgo circostante. L’episodio sembra confermare tante altre credenze dal risvolto funesto che uniscono la Santa all’acqua, come quella del lago Maggiore in cui il 26 di luglio, si dice, il lago prenda sette vite.
SANT'ANNA E L'ACQUA

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