La situazione della piccola distribuzione a Rieti è in un grave stato di affanno soprattutto per le attività commerciali che operano in centro storico. La propensione al risparmio dei cittadini non è il solo fattore che rende asfittica la situazione. Una delle motivazioni è stata la scelta urbanistica che ha privilegiato l’espansione residenziale extra urbana a scapito della ristrutturazione e del recupero edilizio del centro storico. La creazione di intere zone residenziali, lontane dal centro, ha determinato la creazione di centri commerciali e supermercati. La realizzazione di nuovi edifici periferici per l’edilizia scolastica, e per diversi Enti pubblici ha ulteriormente favorito lo spopolamento del centro storico. Riportare le persone a frequentarlo richiede dunque un intervento complessivo di natura urbanistica che risani il patrimonio edilizio, rendendolo sicuro e appetibile dal punto di vista residenziale e commerciale.
Le vocazioni delle principali zone commerciali di Rieti non si sono modificate ma si sono rarefatte. Solo la zona del Borgo ha incrementato la propria vocazione commerciale, perché offre parcheggi comodi e gratuiti, oltre alla possibilità di passeggiate valorizzate dalla bellezza del Velino. Molte abitazioni e attività inoltre sono state ristrutturate. Il restauro degli immobili già di per sé rappresenta un volano in grado di sostenere la frequentazione di una zona e di conseguenza il commercio. Esempio emblematico è stato il restauro degli immobili di largo San Giorgio che aveva reso il complesso molto frequentato.
Anche in via Marco Terenzio Varrone, il rifacimento del manto stradale, il restauro della chiesa di santa Scolastica e il suo utilizzo come sala polivalente e auditorium, il posizionamento delle fioriere e alcune ristrutturazioni antisismiche, realizzate all’indomani del terremoto dell’Aquila, avevano stimolato l’apertura di nuove attività. Tutto questo a dimostrazione del fatto che con pochi interventi di restauro e manutenzione, la città è pronta a rispondere con vivacità e creatività, nonostante la crisi economica.
Non basta rifare una pavimentazione o costruire un ascensore che, oltre a non essere un’esigenza prioritaria, va a compromettere uno dei luoghi più suggestivi e sacri della nostra città. Non serve rifare da capo un monumento, che già c’era e andava benissimo, come quello di san Francesco, per ridare slancio al centro storico. Mettere dei lecci di fronte al prospetto del palazzo papale, che verrà inevitabilmente coperto quando questi cresceranno, e trasformare la piazza Cesare Battisti in un percorso ad ostacoli non aiuta a rilanciare il commercio. E anche se la sistemazione dell’arredo urbano ha un importante impatto sul decoro di una città, se prima non si ristrutturano gli immobili, si spendono soldi inutilmente. Una bella strada, ben pavimentata, fra edifici fatiscenti non riveste una grande attrattiva, al contrario fa un effetto di straniamento alienante.