di Sergio Grillo - Doveva essere serie C ma la pandemia ha sconvolto tutto e tutti.  "Non ci sarà un vero campionato - precisa il neopresidente della Fir Lazio, Maurizio Amedei - sarà invece un ritorno in campo con la possibilità del contatto fisico. Varranno le regole caratterizzanti gli scorsi campionati. Le partite avranno il loro arbitro e verranno adottate ammonizioni ed espulsioni. Ma la caratteristica sarà quella di ritrovare sul campo amici ed avversari. Non ci saranno promozioni e retrocessioni. Non si chiamerà  campionato ma Attività Facoltativa Programmata e obiettivi primari saranno la sicurezza e il divertimento. Il prImo assaggio è stato positivo. A giugno la franchigia Rieti Terni ha sconfitto  i Lyons Alto Lazio 37 a 29. Amedei  va al cuore della  riforma. "Compito del comitato regionale sarà quello di riunire più società viciniori finora divise per futili motivi o per campanilismo. Nel Lazio ci sono 60 società,  troppe per pretendere da ciascuna impegni nel settore giovanile o nei campionati finora visti. Non sarà facile- prosegue Amedei - ma questo sarà l'impegno degli organi federali". La rivoluzione non si fermerà al nuovo spirito rugbistico maschile. "Ci sarà spazio ed aiuti dalla Federazione per le squadre femminili ". Una novità almeno per le nostre latitudini. E non mancherà il rugby universitario e soprattutto quello legato e finalizzato a promuovere eventi sociali. "Le società vanno aiutate per formare dirigenti che siano capaci di andare oltre il semplice volontariato e che siano in grado di far sviluppare il rugby nel territorio. Ho sentito troppe volte parlare del rugby come uno sport minore. Rivendico con fermezza i valori positivi del nostro sport che fanno crescere i giovani. C'è da lavorare - conclude Amedei - ma personalmente mi sento molto motivato per raggiungere gli obiettivi fissati". In conclusione si riparte dall'anno zero sperando di ricostruire un mondo rugbistico di quantità ma sopratutto di qualità.