Maggio 2017

RIETI MISTERIOSA

RIETI GIUDAICA

Il contributo di una lettrice

storie

Siamo orgogliosi che la nostra pagina Facebook su “Rieti Misteriosa” stia esportando le nostre belle leggende e storie oltre i confini nazionali (Qatar, Paesi Bassi, Svizzera, Spagna…) sollecitando l’attenzione di chi ama questi temi. Questa volta ringraziamo una nostra lettrice Mariacarla Lanciotti, sebbene il recupero di questa storia non abbia nulla di misterioso, crediamo possa essere spunto di curiosità anche per le nuove generazioni. “Il mio interesse deriva da un coinvolgimento diretto con l'ebraismo di cui seguo la cultura. L’articolo è una sintesi di uno studio di cui non sono autrice. Rieti ha avuto una fiorente comunità ebraica con nomi di spicco ed ho ritenuto che l'argomento potesse suscitare un certo interesse.”

Rieti (ריאטי) Giudaica

La prima attestazione della presenza ebraica a Rieti risale al 1311, quando Abramo di Samuele da Padova portava qui a termine il Codice n. 1284 della Biblioteca di Parigi. Sebbene vi siano sporadiche menzioni di ebrei nella documentazione trecentesca, l’attestazione di un insediamento ben definito si ritiene risalire al 1394.

Nel 1446 le autorità locali presero provvedimenti per limitare la familiarità tra ebrei e cristiani, imposero l’obbligo del segno distintivo (rotella gialla per gli uomini, orecchini per le donne), vietarono agli ebrei di servirsi di nutrici cristiane e di farsi accendere il fuoco da cristiani di sabato e proibirono l’acquisto di vino e carne (macellata ritualmente) dagli ebrei. Contro tali riforme questi ultimi si appellarono al legato pontificio, che confermò solo l’obbligo del segno distintivo, mentre ordinò la sospensione degli altri provvedimenti sino a che lui stesso, o il pontefice, non avessero deciso in merito

Nel 1473 venne approvata l’istituzione di un Monte di Pietà promossa dal Minore Osservante Paolo da Brescia: il Monte, tuttavia, iniziò la propria attività solo nel 1489, in seguito all’intervento di Bernardino da Feltre. Intanto, nel corso del XV secolo, risultava essersi convertito qui il medico Abramo con la moglie e la figlia (1452), mentre dieci anni più tardi, si convertiva una donna, che prese il nome di Agnese Sebastiani. Durante gli ultimi anni del 400, in concomitanza con il riacutizzarsi delle tensioni tra Rieti e i confinanti ternani e con il passaggio delle truppe di Carlo VIII in cammino per Napoli, i prestatori ebrei furono costretti a intervenire con appoggi finanziari, ma contemporaneamente vennero prese disposizioni contro di loro, soprattutto in materia di acquisto di cibi, ivi compreso il divieto di toccare con le mani i generi alimentari, che sarebbe stato rinnovato, insieme agli altri, nel 1513 e nel 1536

In seguito al rogo del Talmud ordinato da Giulio III nel 1553, intanto, anche la sinagoga e le case degli ebrei reatini vennero ispezionate, senza che vi fosse trovata traccia del testo proibito. Dal 1506 in poi risultavano essersi convertiti qui tre ebrei (due uomini e una donna); negli anni 1555-1556 due donne, nel 1560 sette ebrei (padre, madre e cinque figli) e dal 1561 in poi si registrano altre cinque conversioni.

Il cognome “Rieti” o “Da Rieti”, (cognome diffuso anche all'estero, dove si è corrotto in Rietti) rimase in ricordo della provenienza da tale località; la famiglia Da Rieti, i cui membri si sparsero in varie località italiane, fu una delle più note nel campo dell’economia e dell’attività culturale italiane, soprattutto nel XVI secolo.

Vita comunitaria

Negli anni Settanta del XV secolo il gruppo ebraico cominciò ad essere chiamato nei documenti reatini universitas hebreorum o sinagoga o respublica hebreorum.

 

Attività economiche

Sin dall’inizio della loro presenza a Rieti gli ebrei furono attivi nel prestito. Gli ebrei di Rieti, durante i secoli XV e XVI furono anche attivi nella lavorazione e nel commercio dei tessuti, trattando panni nuovi e vecchi di ogni genere e confezionando in proprio capi d’abbigliamento ed il commercio dei tessuti fu particolarmente fiorente all’inizio degli anni Quaranta del XVI secolo. Dopo la Cum nimis absurdum, gli israeliti furono impegnati principalmente nel trattamento della bambagia, ma, nel 1563, il commercio delle stoffe fu loro proibito.

Dalla fine del XV secolo in poi, vi furono alcuni ebrei attivi come bastai, che fabbricavano basti per gli animali da soma e il necessario per ripararli e se un bastaio fu anche apprezzato sarto verso la metà del XVI secolo, non bisogna dimenticare che qui vi fu anche qualche berrettaio.
Nel XVI secolo sono attestate svariate presenze ebraiche nella gestione e appalto delle gabelle minori, soprattutto della gabella stracciarie sive cinciorum.
(Italia Judaica - Enciclopedia Treccani)

 

condividi su: