a cura di Comitato Piana Reatina - Gruppo Salviamo Viale Maraini

Novembre 2021

RIETI SOTTO A UN TRENO

RICONSIDERARE IL RUOLO CENTRALE DI RIETI NEL CONTESTO DELLA FERROVIA DEL FUTURO

Spazio autogestito da Comitato Piana Reatina - Gruppo Salviamo Viale Maraini

città, politica, sottopasso, viabilità

a cura del Comitato Piana Reatina - Gruppo Salviamo Viale Maraini - “È stato ufficializzato l'emendamento che finanzia con 40 milioni di euro il progetto per il collegamento tra Roma e l'Adriatico. E' pertanto sotto tale progettualità che deve ricadere il problema dei sottopassi in città, da integrare eventualmente nella riprogettazione dell'intero territorio e nel riconsiderare la città di Rieti quale punto centrale nella proiezione futura verso il mare Mediterraneo e mare Adriatico”. Queste le parole dell’Ing. Alberto Fasciolo, reatino di nascita e operante a Roma, il quale ha voluto contribuire, seppure a distanza, con alcune slide a margine del convegno “C’è un’alternativa ai sottopassi in città? Parliamone”, svoltosi presso la Sala dei Cordari lo scorso 20 novembre. La sua relazione scritta è stata presentata oralmente dal preside Ercole De Rossi.

L’ingegnere aveva trasmesso un invito a presenziare ai lavori anche al Vescovo Mons. Domenico Pompili, il quale, già in precedenza – il 24 agosto ad Amatrice – aveva espresso importanti considerazioni circa l’importanza strategica di un collegamento ferroviario tra Tirreno e Adriatico. Il Vescovo, pur non potendo presenziare al convegno, ha ribadito l’auspicio a vedere realizzato subito un collegamento diretto tra Rieti a Roma via Passo Corese, per realizzare sui tempi più lunghi il collegamento con Ascoli.

L’Ing. Fasciolo ha ricordato come innumerevoli siano stati i progetti che, dalla fine del 1800, hanno interessato il territorio, compresi due ultimi del 2004, e che molte sono state anche le iniziative parlamentari, fautrici e propositive di un serio collegamento ferroviario tra i due mari. Tale infrastruttura, purtroppo, non ha fin qui visto la luce, con conseguenze che sono presto dette.

“Ad un’analisi anche superficiale, il territorio della provincia di Rieti è andato sempre più depauperandosi delle sue caratteristiche migliori che, fino agli anni 60, ne avevano formato il substrato fondamentale sul quale erigere una struttura di crescita per le generazioni future”, ha sottolineato l’ingegnere nella sua relazione.

“Se analizziamo in generale l'evoluzione della Regione Lazio, possiamo delineare un duplice processo: da una parte, un’evoluzione crescente e uno spostamento delle attrazioni economico-turistiche nei territori di Viterbo-Bracciano, Civitavecchia, Latina, Castelli Romani, Frosinone. Dall’altra, una involuzione sempre più marcata della provincia di Rieti assistendo anche, in questi ultimi cinquanta- sessanta anni, alla sparizione delle peculiarità proprie della provincia di Rieti, quali ad esempio La Supertessile, lo Zuccherificio, la Cassa per il Mezzogiorno e il nucleo Industriale, il Terminillo, la Valle dei Santuari, il Teatro Vespasiano, la struttura Romana della città, il Centro d'Italia a piazza San Rufo, la fonte Cottorella, le terme di Cotilia, l'aeroporto Ciuffelli e il Volo a Vela, i laghi, la scuola, frequentata negli anni d'oro anche da Indro Montanelli …”

La relazione dell’esperto è stata corredata da slide inequivocabili sull’andamento demografico nei diversi comuni e zone del Lazio: Viterbo, favorita dal collegamento ferroviario FM1 con Roma; Bracciano, che ne ha a sua volta beneficiato al punto tale che è stata costruita una nuova cittadina (Bracciano 2) per ospitare i numerosi nuovi residenti e dove la linea ferroviaria sta per essere potenziata con un raddoppio. Latina, a sua volta, in questi anni ha subito un processo di ringiovanimento e di abbellimento urbanistico. Qui è stato realizzato il collegamento con l'Autosole tramite la superstrada con Frosinone. Il legame ferroviario preesistente, potenziato nelle linee e nelle frequenze, ha facilitato il movimento dei pendolari, con l'aumento dei volumi di spostamento. Anche i Castelli Romani hanno tratto vantaggi dai miglioramenti, tra l'altro, dei collegamenti ferroviari della Linea Roma Velletri e metropolitana C, così come anche in altri territori della Regione Lazio.

“Per il degrado di Rieti – nota mestamente Fasciolo - è inutile l'analisi punto per punto. Chi ha vissuto la realtà cittadina e si è disperato per la diminuizione dell'importanza delle varie strutture della provincia, conosce benissimo il "flop" di abbandono della Città. L'attuale collegamento ferroviario, che presenta circa 10 corse al giorno, con una durata del viaggio interminabile, con un irrisorio numero di passeggeri, in orari non compatibili con quelli lavorativi, non sembra assolutamente adatto a sostenere l'impatto della vita quotidiana.  Ciò porta a pensare di dismettere l'attuale collegamento assolutamente non produttivo, così risolvendo il problema dei sottopassi, non considerandoli nemmeno. Dall’altro lato, la ricerca fin qui seguita porta però a riconoscere che nel collegamento con la cosiddetta "Ferrovia dei due Mari" si potrebbe eliminare l'isolamento di Rieti. Ci si deve pertanto inserire, come cittadinanza, nei tavoli di progettazione in atto, per non subire alla fine le scelte cadute dall'alto di chi non vive e non può amare il territorio”.

 

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