Agosto 2020

STORIE

QUELLE VASCHE IN VIALE MARAINI

La nostalgia corre sui social

città

Se è vero che i nostri ricordi più belli appartengono alla meglio gioventù, i luoghi ne conservano la memoria. E ai tempi dei social rispolverarli significa ‘apparecchiarli’, disponendo persone, avvenimenti e attività in un turbinio senza fine. Sono bastati pochi giorni di vita per far esplodere prepotentemente il gruppo Facebook creato da Cristian Bianchetti “Le vasche in Viale Maraini’, percorso di preparazione a quella che dovrebbe essere una giornata revival. “E’ nato tutto un sabato sera, uscendo per una passeggiata con mia moglie: incrocio via Roma, veloce sguardo a 360 gradi sufficiente per rendermi conto che nessun coetaneo era presente. Non mi ero mai posto il problema di essere ‘fuori luogo’ ed ho desiderato allora di recuperare le mie conoscenze in quella che era la via delle vasche, frequentata da tutti in qualsiasi ora”. Dapprima l’epoca di riferimento era circoscritta, ma gli aderenti hanno subito allargato la finestra temporale, rendendo difficile arginare la volontà di rievocare quanto vissuto da parte di più generazioni, prima che ‘lo struscio’ passasse in Piazza del Comune, poi lungo fiume ed infine sul ponte, crocevia via Roma-via San Francesco-via della Verdura. In moltissimi hanno risposto in modo attivo e goliardico all’appello virtuale, andando a ripescare la moda, la musica, i personaggi tipici (Charles Bronson, Marcomin, Paolo Onito), le abitudini e addirittura i negozi di un tempo e spingendosi più indietro temporalmente. “Là dove c'era l'erba ora c'è..” ed è così che riappare ‘SweetSweet way’ al posto della Pizzeria, il primo fastfood reatino ‘Hawaii Fast food’ al posto di Safaro; prodotti che sugli scaffali non si trovano più come la profumatissima Coccoina di solito proprietà dell’insegnante o il primo telefono portatile (pesantissimo) Ericsson. Era ‘Il tempo delle mele’, erano i tempi degli appuntamenti in tv con Sandokan, Uccelli di Rovo e Portobello, la musica che girava sotto la puntina era di Nick Kamen, Irene Cara, dei Twins e se si usciva si andava all’Andalucia in centro o al Bop. E due erano gli avamposti, protagonisti indiscussi di molti anni, opposti in tutto: moda, idee politiche, estrazione sociale: il ‘Bar dei Platani’ e il ‘Bar De Santis’ Meneghino e famiglia da una parte, il Sor Augusto dall’altra, e terza alternativa, al passaggio a livello, il ‘Seven’. “Io li ho frequentati tutti - caso raro quello di Cristian - avevo amici anche ‘al muretto’ o alle ‘panchine’, anche quelle riservate a determinate comitive. Se non ci fossero le disposizioni anticovid potremmo fare una seratona dando voce ai veri protagonisti, a tutti coloro che ne avrebbero da raccontare! Per il momento ci riflettiamo e rigustiamo il sapore che ogni post rinverdisce.” E a proposito delle norme di prevenzione questa sorta di ‘carnevale per un giorno’ avrebbe anche il non sottovalutabile merito di spalmare su un’area assai più vasta la movida raddoppiando addirittura le persone, esortando ad uscire anche chi è ‘fuori target’.

(foto tratta dall'archivio di Pierluigi Desantis)

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