a cura di Rino PANETTI

Giugno 2020

SCARABOCCHI

QUELLA SEDUTA SPIRITICA CON HOUDINI E MIO NONNO…

storie

(di Rino Panetti) Sembrava il solito lunedì, quel 6 novembre 1916. Ma quando, come ogni mattina, quel ragazzo si apprestò ad attraversare Liberty Street a Pittsburgh – vivace e industriale città degli Stati Uniti –, si accorse che qualcosa di diverso c’era, nell’aria. Un vociare e un affollarsi crescenti rendevano l’atmosfera elettrica.

Abitava in quella via da tre anni, quando giunse in America a soli 16 anni da un piccolo paesino del centro Italia: Concerviano, vicino Rieti.

La folla sembrava gonfiarsi proprio lì, all’incrocio tra Liberty Street e Woody Street, in preda a un’eccitazione particolare. Lo sguardo di tutti rivolto in alto, verso un punto preciso: un uomo appeso a testa in giù, a diversi metri di altezza, vicino a un grattacielo.

Un balzo nel tempo. 1982. Quel giovane è oramai un anziano uomo, tornato in Italia già da molto tempo. Chissà quante volte sarà riandato con la mente a quegli anni, quando in anticipo poté vedere il futuro che, passo dopo passo, lo avrebbe raggiunto al suo paesino. Una sera d’estate di quel 1982 osservò suo nipote alle prese con carte, palline e monete. Non parlava molto, ma in un sussurro gli disse: “Lo sai, a Pittsburgh vidi un uomo appeso a testa in giù che si liberava da una camicia di forza. Si chiamava Udinì.”
Il sorriso del ragazzo – da sedicenne sciocco – liquidò quella confidenza come il desiderio del solito nonno di voler fare colpo sul giovane nipote. All’uomo non restò che chiudersi nel suo silenzio. Chissà quanti altri silenzi deve aver vissuto, quanti altri racconti interrotti a metà, su quegli anni americani.

Quell’uomo si chiamava Giuseppe: era mio nonno. Io, il sedicenne sciocco del 1982.

Pochi anni fa mi sono messo sulle sue tracce negli States. Ho scritto alla Fondazione Ellis Island; neanche un mese dopo, chiuse in una preziosa busta, ecco le copie delle pagine del registro in cui – come per ogni emigrante che giungeva nel nuovo mondo - vennero riportati i dettagli del suo arrivo; poi la foto della Philadelphia – la nave con cui viaggiò (partendo da Southampton, Inghilterra) e altri gadget. Quel registro è una miniera di informazioni: vi si annotavano puntualmente paese di provenienza, nome dei genitori, caratteristiche fisiche, luogo di destinazione.

Luogo di Destinazione: Pittsburgh, Liberty Street. 2 agosto 1913. Un secondo arrivo è del 1921 (19 maggio), residenza: ancora Liberty Street, Pittsburgh.

Come in preda a una folgorazione, a quel punto digitai su Google: “Houdini, Pittsburgh”… e avvenne l’incredibile!

Il prestigiatore americano Lee Terbosic, di Pittsburgh, il 6 novembre 2016 replicò, a distanza di 100 anni esatti, l’evasione di Houdini, avvenuta in quella città, proprio in Liberty Street. Semplicemente pazzesco. Tutti i tasselli sembravano incastrarsi alla perfezione.

Il materiale disponibile nella pagina “Houdini 100” di Terbosic è un’autentica miniera: ci sono le foto dell’evasione di 100 anni fa e tutto il materiale da egli realizzato un secolo dopo, per l’anniversario (video della sua impresa, servizi TV, ecc.).

Ero letteralmente in una trance emotiva. E’ come se, immerso in una seduta medianica, finalmente potessi rievocare Houdini dal mondo degli spiriti. Lui, e quel ragazzo diciottenne di Concerviano: due storie diverse di emigranti, per uno strano gioco del destino uniti nello stesso incrocio di vie quel 6 novembre 1916, e ora ancora insieme, più di cento anni dopo. I miei occhi increduli non trovavano punti di appoggio stabili, semplicemente non riuscivano a posarsi: le parole di mio nonno rimbombavano nella mia mente; il registro di Ellis Island urlava città e via; le immagini di Terbosic ribadivano giorno, anno, luogo; la foto di Liberty Street di quelle ore, la folla, la ricerca di Giuseppe proprio lì…

Ogni volta che ci penso, non mi capacito di quale straordinaria coincidenza sia stato testimone: tra le innumerevoli evasioni spettacolari di Houdini una solamente è stata rievocata con quel clamore… quella di Pittsburgh. Mio nonno, fu chiamato dal destino proprio in quella città. In quella città anni dopo sarebbe nato Lee Terbosic, il quale avrebbe deciso di fare il mago e di ideare quel magnifico tributo a Houdini.

Ma questa vicenda ha una piccola coda che arriva a lambire pure questo strano 2020.

Il figlio di quello sciocco sedicenne del 1982 si appassiona di magia. Nel 2020 ha 13 anni e deve preparare la tesina per l’esame di terza media. Decide di utilizzare la storia del suo bisnonno e di Houdini come filo conduttore per raccontare gli Stati Uniti e l’Italia tra fine ‘800 e inizio ‘900. La commissione d’esame – un esame online come si deve in tempi di pandemia – si appassiona. Dopo trenta minuti un gioco di prestigio online chiude quella sessione.

Chissà quali altre sorprese regalerà ancora questa storia… anche perché i biglietti per gli Stati Uniti acquistati a febbraio 2020 resteranno inutilizzati a causa del covid.

Se ne riparlerà nel 2021. Nipote e pronipote finalmente alzeranno gli occhi verso quel grattacielo, proprio all’angolo tra Liberty Street e Woody Street. A Pittsburgh.

(Ecco il video inserito nella tesina perché il futuro resti 'magicamente' tra le mani https://www.facebook.com/100002688758914/videos/2645197918913141/)

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