Luglio 2018

RIETI MISTERIOSA

NON E’ UN MIRAGGIO, LE NOSTRE TRACCE GIUDICATE INTERESSANTI DA UN ESPERTO

storia

Alla fine ce l’abbiamo fatta! Siamo riusciti a contagiare quello che per noi è attualmente il maggior referente in campo archeologico della nostra zona, il dott. Carlo Virili, il quale ritagliando un po’ del suo tempo dedicato soprattutto alla zona di ‘Paduli’ (Colli sul Velino) ha partecipato ad un nostro sopralluogo.

Nei suoi occhi brillava la stessa nostra curiosità e il convincimento nel voler approfondire l'argomento. "Sono arrivato molto prevenuto - ci ha confidato - ma la presenza di così numerosi manufatti ceramici ci esorta a continuare, fosse solo per definire la natura del contesto archeologico"

Quando la sua macchina si è allontanata io e Paolo Toffoli abbiamo dato sfogo al nostro entusiasmo battendo il cinque. Ora è davvero il momento di darsi da fare. Ciò che vi abbiamo raccontato in queste puntate inseguendo semplici indizi potrebbe rivelarsi fondato. È nostro e vostro compito ora approfondire, ognuno per il proprio campo di appartenenza. Se è vero che ci troviamo dinanzi ad un museo a cielo aperto (come dice il dott. Roberto Marinelli) chiediamo qualsiasi contributo nel definire e interpretarne le tracce.

Siamo nella zona retro cimitero comunale (lo ricordiamo) e seppure l’intera area sembrerebbe da indagare, attualmente, procedendo per ordine, stiamo tenendo d’occhio un’area più limitata dove tuttavia appaiono le testimonianze più meritevoli di attenzione. Chiunque volesse entrare nel particolare potrà rintracciare le nostre precedenti puntate sul sito formatrieti.it o sulla pagina Fb ‘Rieti Misteriosa’. Da via Turilli e dall’antica Fonte di Sant’Eleuterio sembra si possa tracciare un ipotetico legame con le prospicienti alture. Il passaggio di San Francesco, la restituzione della sua presenza data dai 4 Santuari, le fonti documentali lascerebbero presupporre anche l’esistenza di altri luoghi in cui possa aver trovato riparo nel suo lungo peregrinare. Noi proviamo a ‘rilanciare’. Ci sono resti abbastanza importanti, elementi strutturali che lascerebbero intendere vestigia più monumentali. In maniera ‘suggestiva’ potremmo pensare ad un santuario che abbia avuto la sua origine in età romana. Grazie ad un progetto di Alternanza Scuola si potrebbe iniziare con la ripulitura dei muri rintracciati ed occultati dalla vegetazione, e il posizionamento dell’areale dei manufatti dispersi in superficie... sarebbe il primo passo necessario per capire quantomeno l’estensione del deposito archeologico senza effettuare, per ora, alcuno scavo. Bisognerà, per ogni indagine di superficie che si rispetti, attendere il passaggio dell'estate per esaminare il terreno con una vegetazione meno ingombrante che permetta una visibilità migliore e utilizzare poi la cartografia storica per dedurre un serie di informazioni di natura storico-topografica. Siamo tutti consapevoli che la grande ricchezza storica del nostro territorio sia ancora poco sondata a beneficio di scavi e rinvenimenti in altre aree della nostra Regione. Una scelta determinata dalla maggiore visibilità e dalla ricaduta ‘popolare’ in termini turistici di altre Province, nata però anche dalla scarsa attenzione e sensibilità all’argomento delle varie nostre classi politiche succedutesi che di fatto hanno avallato il disconoscimento dell’importanza storica delle nostre radici.

Stefania Santoprete

 

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