a cura di Andrea Carotti

Ottobre 2020

IMAGINE CINEMA

MISS MARX (2020) DI SUSANNA NICCHIARELLI

Per i Giovani Talenti Benedetta Porcaroli

(di Andrea Carotti) Torna al Lido di Venezia, dopo “Nico 1988”, la regista italiana (ormai internazionale) Susanna Nicchiarelli, che presenta in concorso alla 77° Mostra Internazionale d’arte Cinematografica il suo Miss Marx. Il film, distribuito nelle sale da 01 Distribution a partire dal 17 settembre, propone la storia della figlia più piccola del filosofo di Treviri Karl Marx, anch’essa in prima linea a perseguire gli ideali socialisti del padre nel Regno Unito, quali le lotte operaie, il lavoro minorile e l’indipendenza femminile.
Eleanor Marx (Romola Garai), soprannominata Tussy, vive seguendo le grandi orme del padre Karl, ponendo le lotte di classe e il disagio nelle fabbriche come priorità. Nel 1883 conosce il drammaturgo Edward Aveling (Patrick Kennedy), un uomo brillante ma molto egoista e spendaccione. Mentre Edward prosciuga l’eredità lasciata a Eleanor da Friedrich Engels (John Gordon Sinclair), la donna si rende conto di come la sua esistenza venga messa a dura prova a causa dell’oppressione morale del patriarcato da lei condannato, ma che nella sua vita personale non riesce a contrastare. Nel 1898 Eleanor, ormai dipendente da oppio e profondamente infelice, si suicida, vittima del patriarcato.
Susanna Nicchiarelli dirige con sobrietà ed eleganza; la pellicola ha l’aria seria dei temi sociali importanti ma c’è molto più rapporto interpersonale di quello che sembra. C’è sentimento e amore per la famiglia in questo ritratto femminile che comincia nel 1883, anno in cui viene proprio a mancare Karl Marx. Il film inizia proprio dal suo funerale dove Eleanor ci fa capire immediatamente la sua determinazione, sensibilità e voglia di andare avanti; il suo discorso struggente indica come la perdita subita non sia grave solo per la famiglia, ma per un intero movimento. La protagonista è interpretata dall’attrice inglese Romola Garai, bravissima nel trasmettere le sue intenzioni solamente con lo sguardo di una donna colta e intelligente. La capacità, inoltre, di far capire come lo spazio riservato a lei nel mondo in cui vive è stretto e a malapena ricavato, è notevole; un racconto che vuole evidenziare l’idea del corpo femminile inteso come ingombro in una società maschilista. Tra i ricordi d’infanzia legati a papà Karl e le amicizie rimaste, tra cui quella della governante Helena e di Friedrich Engels, il mondo di Eleanor si circonda di poveri, di fabbriche e operai, dei bambini sfruttati in luoghi di lavoro spesso inospitali e di sindacati e riunioni dove il movimento comunista e socialista prova a diffondere le idee lasciate dal padre. Si fa carico delle classi più deboli, in quanto soggetti principali della produttività, del problema dello sfruttamento da parte della classe dirigente, della rivendicazione dei diritti della donna al pari degli uomini, del rapporto tra uomo e donna come accordo naturale tra due persone e, infine, del rapporto matrimoniale come istituzione superata. Mentre Eleanor combatte per questi ideali trascura un’altra battaglia, quella tra lei e il compagno, che non è certamente rosea. I rapporti di lui con altre donne, le spese folli e i debiti accumulati, diventano fardelli per la protagonista che, nonostante metta alla prova la fiducia di Edward, viene continuamente tradita ed è qui che Nicchiarelli inserisce un altro spunto di riflessione sulla condizione femminile ottocentesca, ossia la consapevolezza di porre gli altri al primo posto dimenticando le proprie necessità.
Decisamente incisiva è la colonna sonora di Miss Marx, affidata ai “Downtown Boys” e ai “Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo”, i quali reinterpretano brani classici e rock in chiave decisamente punk e new wave. La scelta non poteva essere delle migliori per rappresentare quel senso di rivoluzione di Tussy ma anche dell’epoca. E’ straordinaria la scena in cui la protagonista, dopo aver ricevuto l’ennesima batosta dal compagno, canta e balla un pezzo punk, pur essendo un brano facente parte di un’epoca futura. Quelle sensazioni già erano presenti nelle donne ci vuole dire la regista, la musica simbolo della strada, della rivoluzione, della trasgressione, esisteva nella mente ma purtroppo è lì che rimaneva confinata. “Dancing in the dark” di Bruce Springsteen reinterpretata alla fine del film è una botta di adrenalina.
La scelta delle scenografie è evocativa, il mogano spicca nell’allestimento degli interni delle case e la fotografia rimane calda esaltando soprattutto i colori dei mobili e i costumi dei personaggi. 

Infine

Acclamata negli Stati Uniti e dal proletariato del Regno Unito, Eleanor Marx è stata simbolo fondamentale per il socialismo e per le donne. Portavoce delle idee del padre ma differente nel carattere: lei è pura, dolce, elegante e molto meno impostata. E’ emblematica la scena in cui da piccola si trova in famiglia con i genitori e le sorelle. Ognuno di loro esprime il proprio motto e il sentimento che più li rappresenta, e mentre Karl esprime i suoi pareri dettati sempre da quel senso di propaganda che lo ha contraddistinto, Eleanor nella sua semplicità afferma che la verità è il sentimento che le appartiene e che il suo motto è “Sempre avanti”. Se spesso si dice che dietro un grande uomo c’è una grande donna, possiamo anche dire che spesso dietro una grande donna ci sono uomini che deludono. Susanna Nicchiarelli porta da una parte una trasposizione fedele del contenuto storico e politico di un’epoca fondamentale del socialismo e dall’altra ci mostra un’interpretazione di Eleanor Marx in chiave rock e decisamente moderna. Un film in costume ottocentesco ma assolutamente contemporaneo, che parla di un’eroina al servizio dei più deboli, ma che deve fare i conti con la realtà e spesso nella vita reale non c’è sempre il lieto fine. Meravigliosa interpretazione di Romola Garai, ottima colonna sonora punk e un plauso anche ai costumi di Massimo Cantini Parrini. 

I Profili – Giovani talenti
Benedetta Porcaroli

Il cinema italiano sta percorrendo ormai da anni il suo “Risorgimento”, i prodotti di qualità non mancano ogni anno nell’offerta e se tanto merito va al talento dei registi altrettanto va al settore attoriale. Tanti giovani si affacciano nella scena cinematografica, cercando di accaparrarsi ruoli da protagonista e non, e bisogna dire che sono emersi molti talenti su cui scommettere. In questa puntata parleremo di Benedetta Porcaroli, classe 1998, romana, con un passato da modella ma oggi sempre più protagonista in TV e al cinema. Inizia la sua carriera giovanissima, infatti a soli 14 anni si mette in mostra come modella, collaborando con diverse agenzie del settore, fino a quando non decide di proporsi per qualche provino per la televisione e per il cinema. La sfera artistica ha sempre fatto parte delle sue passioni: ha frequentato il conservatorio dedicandosi quindi alla musica e al canto in particolare, per poi iniziare a fare shooting fotografici.
Il suo primo ruolo importante per la televisione lo ha avuto con la serie di Rai1 “Tutto può succedere” dal 2015 al 2018, interpretando il personaggio di Federica Ferraro, mentre al cinema esordisce in un film molto importante ed apprezzato a livello internazionale, ossia “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese nel ruolo di Sofia. Il film, che si rivolge a tutte le generazioni per i temi che tratta, ha coinvolto sicuramente Benedetta, figlia di una generazione molto attaccata al fenomeno dei social e all’uso dello smartphone in generale. Si esprime così in merito al film: “E’ un argomento molto attuale, soprattutto tra i giovani, è una cosa che ci riguarda direttamente. In qualsiasi circostanza si ha a che fare con qualcosa che riguarda l’uso del cellulare, qualcosa che si è scoperto tramite il cellulare. E’ uno strumento pericoloso perché fragile e se usato con poca cautela può causare problemi grandi come accade nel film. Rimane comunque importante per le persone anche grazie alla possibilità di fruire delle notizie in tempo reale.” In questa intervista, a soli 18 anni, dimostra già di avere una consapevolezza di ciò che la circonda e una lettura cinematografica mai da dare per scontata.
Da qui in avanti la sua carriera è lanciata e altri registi si accorgono di lei. Nel 2017-2018, infatti, parteciperà a tre film: “Sconnessi” di Christian Marazziti nel ruolo di Stella, “Quanto basta” di Francesco Falaschi nel ruolo di Giulietta e “Una vita spericolata” di Marco Ponti. Uno dei ruoli più importanti però lo avrà con la serie TV targata Netflix “Baby” dove interpreta, insieme ad Alice Pagani, la protagonista Chiara. La serie, ambientata nella sua Roma, si ispira allo scandalo delle baby squillo dei Parioli trattando, in chiave teen drama, la vita e i fatti di un gruppo di teenager romani e le loro famiglie. “Se hai sedici anni e vivi nel quartiere più bello di Roma, sei fortunato. Il nostro è il migliore dei mondi possibili. Per quanto sia tutto così perfetto, per sopravvivere, abbiamo bisogno di una vita segreta.” Queste sono le parole di Chiara all’inizio di Baby che presenta un po’ lo scenario che andremo a vedere nella serie. In un’intervista sulla serie e sul suo ruolo Benedetta risponde così: “Mi ricordo quando avevo 16 anni ed è un’età molto strana, pensavo di essere grandissima, di aver raggiunto il livello più alto di maturità della mia vita, poi più avanti pensi che in realtà eri una cucciola. Sul mio ruolo in Baby? Innanzitutto questa è una serie che attraversa tantissime età e generazioni, la cosa bella di poter raccontare Chiara è quella di notare un personaggio completo, nel senso di essere umano e quindi analizza le parti che emergono e interagiscono con il mondo e le parti che invece non lo fanno e che conosciamo solo nel nostro privato.”
Dopo aver partecipato come guest star in un episodio della seconda stagione di “Non Uccidere” di Michele Alhaique, interpreta il personaggio di Sara nel film di Manfredi Lucibello “Tutte le mie notti” al fianco di Barbora Bobulova e Alessio Boni. In questo noir da camera, Benedetta ha un ruolo molto intimo, delicato e sicuramente non facile. Sara è una ragazza che fugge sconvolta da qualcosa che le è successo; viene soccorsa da Veronica, la quale la porta nella sua casa. Chiuse in questa grande villa le due verranno a conoscenza di misteri e passati tormentati. L’attrice paragona la figura di Sara con quella Chiara (Baby), dicendo che le due si somigliano molto, salvo per il lato oscuro della seconda. Nel suo primo film da vera protagonista Benedetta ha avuto grande supporto dai suoi colleghi e come lei ha affermato “Sul set di tutto può succedere sono stata accolta come una figlia. La mia vita è cambiata drasticamente, anche solo svegliarti alle 5 di mattina, perché tante persone dipendono da te, ti responsabilizza”. Una prova di maturità questa per la giovane attrice che ha ripagato poi nella prova attoriale. La sintonia con Bobulova è stata forte e l’espressione del dramma, della solitudine, della comprensione sono gli aspetti delle due protagoniste che dialogano di più con lo spettatore.
Nel 2019 Benedetta Porcaroli è anche partecipe del videoclip “Maradona y Pelé” dei TheGiornalisti e farà parte in seguito anche del videoclip “16 Marzo” di Achille Lauro. Nelle sale italiane a partire dal 2 Gennaio 2020 arriva la sua più recente interpretazione in “18 regali” di Francesco Amato affiancata da Vittoria Puccini e Edoardo Leo. Il film è ispirato alla vera storia di Elisa Girotto (Puccini), una madre che prima di morire di cancro decide di preparare 18 regali per i compleanni futuri della figlia. Qui arriva il ruolo forse più delicato da affrontare nella sua giovane carriera; un ruolo in qualche modo pieno di responsabilità da affrontare con il massimo rispetto. Benedetta parlando del film e del suo personaggio Anna a Comingsoon: “L’approccio non è stato semplicissimo, ho dovuto metabolizzare quello che stavo facendo. Ispirarsi a una storia vera significa parlare di persone che hanno vissuto delle dinamiche di cui non puoi sottovalutare nulla. Il film credo sia la metafora del processo di metabolizzazione di un lutto. Inizialmente il mio personaggio rifiuta l’idea di aver subito un’ingiustizia così violenta e quindi prova una sorta di rabbia attiva e non risolta. Il rapporto con mia madre nel film è come avviene nel processo di metabolizzazione: partendo da una fase di distanza per poi riavvicinarsi sempre di più.”
In attesa della sua performance in “La scuola Cattolica” di Stefano Mordini, film attualmente in fase di riprese, consigliamo di recuperare tutte le prove attoriali di Benedetta Porcaroli, sempre più certezza e meno scommessa del cinema e TV italiano. Seguitissima sui social, con più di 1 milione di seguaci su Instagram (benni.pi) e molto apprezzata, quindi, dal pubblico giovane. Le auguriamo il meglio per la sua carriera da attrice. Imagine Cinema vi dà appuntamento al prossimo giovane talento!

 

 

 

 

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