a cura di Manuela MARINELLI

Novembre 2017

CARATTERI ORIGINALI

PER UNA LIRA

rieti

"Per una lira, io vendo tutti i sogni miei", cantava Lucio Battisti tanti anni fa. Oggi per un euro viene venduto il patrimonio edilizio di molti centri storici. Ma in questo caso la svendita è per conservare i sogni, non per darli via, ricordandosi di non amare. Proprio per amore invece molti sindaci hanno deciso di incentivare i privati per conservare i centri storici che si stanno inesorabilmente spopolando. Il nostro è un patrimonio edilizio antichissimo e fragile. Bello quanto complesso, che richiede cure costanti e impegno da parte del pubblico e del privato. Anche Rieti non fa eccezione. Cosa vogliamo farne del nostro centro storico? Penso che tutti ci identifichiamo nell’insediamento circoscritto dalle mura e dal Velino. Anche se non ci abitiamo più. È necessario prospettare una nuova vita per Rieti. Ci vuole coraggio, lungimiranza e immaginazione. Gli strumenti ci sono. A partire dai Piani di Recupero, dai finanziamenti per gli adeguamenti antisismici, fino agli sgravi fiscali. Se si vuole salvare il salvabile si deve fare un’analisi seria dell’esistente, prospettare un programma di intervento complessivo e sottoporlo ad una valutazione costi/benefici. Ma si deve fare con capacità e finalità progettuali di lungo termine, che non tengano conto delle scadenze di mandato, ma si proiettino verso il futuro, con una certa dose di ponderata e saggia visionarietà.

Si può, ad esempio, valutare di demolire l’edilizia non di pregio del centro storico, se non vale più la pena recuperarla, e trasformare le aree degradate in spazi verdi attrezzati, invece che in palazzine.

Si può pensare di convogliare la maggior parte delle attività commerciali e artigianali in centro, sostenendo gli operatori negli affitti e negli allestimenti. Se si riuscisse a riunificare nelle vie storiche le attività, si andrebbe a ricreare un centro commerciale all’aperto, così come era in passato. Molti commercianti lo hanno capito e l’idea dei centri commerciali all’aperto non è una novità. Ma deve trattarsi di attività reali, già presenti sul territorio o comunque radicate nel tessuto sociale e produttivo locale.

Molti edifici di notevoli dimensioni versano in condizione di totale degrado e abbandono, ormai da tempi immemorabili, alcuni sono pubblici, altri privati. Per i grandi contenitori storici, che ormai hanno perduto le loro originarie funzioni, è necessario intervenire con un progetto organico credibile e con un piano di ammortamento del capitale investito, così da utilizzare i recuperi edilizi come volani per lo sviluppo economico. Non si può parlare di rilancio del centro storico e dell’economia avendo nel tessuto urbano una serie di strutture fatiscenti. Si sono realizzati nuovi edifici fuori del centro storico con aggravio di percorrenze, inquinamento e costi. E in centro sono stati abbandonati immobili di grande pregio. Si dovrà pur decidere cosa farne. Cosa vogliamo che sia Rieti: una città in agonia o una città sempre più vivibile e capace di coniugare passato e futuro?

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