(di Riccardo Di Genova) A partire dall’Età della Pietra la storia dell’Umanità è stata caratterizzata da un constante progresso che, nel corso dei millenni, ha permesso di raggiungere livelli di sviluppo tecnologico semplicemente impensabili anche solo 50 anni fa. Senza dover fare necessariamente l’elenco delle invenzioni più importanti che riempiono i libri di storia, di scienze, di fisica, di meccanica e, via via, fino alla più recente informatica, c’è da dire che molte di esse suscitarono nelle persone meraviglia – sì - ma spesso anche timore, al punto che molti ritenevano che in alcuni casi ci fosse persino lo zampino del diavolo (da cui la definizione di “macchina infernale”, attribuita ad apparecchi in grado di sostituirsi all’uomo in maniera pressoché totale e a volte anche oltre!).
La domanda è sempre stata la stessa, ed è attuale più che mai: la scoperta e l’invenzione di un dispositivo, un macchinario, o anche un farmaco, o un vaccino (argomento attuale) viene sempre accolta come un evento positivo, o cela dentro di sé anche qualcosa di negativo? Ritengo che la risposta sia sempre “Si”; tutto ciò che ci circonda oggi presenta, evidentemente, due aspetti contrapposti: da un lato c’è il vantaggio di facilitare e migliorare la vita favorendo un’ottimizzazione del tempo, maggior comodità, minor fatica e praticità, ma dall’altro incalza il pericolo dell’assuefazione e dell’abuso dei nuovi strumenti che possono portare, viceversa, a processi di “regresso” a livello di creatività, autonomia, utilizzo del proprio tempo, capacità analitica, e chi più ne ha più ne metta.
Vorrei fare soltanto un paio di esempi, entrambi legati alla sfera della comunicazione interpersonale, partendo dalla televisione che in poco più di 60 anni, è passata con una velocità incredibile, dall’essere elemento di svago “occasionale” (ma anche “formativo”), a trasformarsi in un vortice “infernale”, capace di invadere il nostro privato, e le nostre case. Non sono esenti neanche i ristoranti in cui, ormai, non parla più nessuno perché la stessa TV (che spesso nessuno chiede nello specifico - se non per qualche partita di calcio) distrae e toglie spazio e silenzio a chi vorrebbe coniugare il buon cibo a una sana chiacchierata i santa pace.
Se poi non c’è la TV, ecco spuntare i cellulari... qui la cosa si fa ancor più triste perché, dati per scontati i vantaggi che gli stessi offrono ormai in qualsiasi ambito del quotidiano, il lato negativo è rappresentato dal pericoloso processo di “alienazione” progressiva che ci sta portando verso un’irreversibile “atrofia comunicativa e analitica”. Tristissimo vedere tavolate con 6/8 persone, ognuna a testa bassa, alle prese con la sua inseparabile “appendice informatica”... se poi allarghiamo il discorso al processo devastante della ”rete” di cui i cellulari in questione sono dotati, spunta un altro pericoloso elemento che, oltre a colpire la sfera dell’interazione verbale, finisce anche per colpire la sfera analitica dell’individuo il quale, “drogato” dai Social, non è più capace (ammesso che lo sia mai stato) di leggere la realtà e analizzarla con la propria testa, ponendosi domande piuttosto che pontificare “a prescindere”!
A corredo di tutto questo discorso, vorrei fare però un’altra considerazione, ovvero sottolineare il fatto che, a volte, qualcuno fa a meno anche in maniera netta del cellulare, ma non perché abbia scelto di utilizzare con senso della misura il frutto del progresso tecnologico, bensì per mera convenienza, cioè il volersi negarsi a chi chiama, anche insistentemente, perché magari non si sa - o non si vuole - rispondere a urgenti richieste di informazioni o necessità più pressanti. Qui scatta anche la maleducazione, l’opportunismo, la mancanza di rispetto e la meschinità!
Se il cellulare è un dispositivo portatile, a cosa serve se poi non viene utilizzato per il suo scopo primario, cioè l’essere rintracciabili in qualsiasi momento? È educato non richiamare chi ci ha cercato e non preoccuparsi di sapere se quella persona aveva un bisogno urgente di parlarci? È etico fuggire con il silenzio e nascondersi dietro un improbabile “utente non raggiungibile” ed evitare così il confronto aperto, faccia a faccia, anche se si è in torto? Paradossale, tutto ciò, ma tant’è... è proprio vero che la tecnologia avanza, ma il buon senso e l’Educazione stanno ormai cedendo il passo alla… giungla!
L'EDUCAZIONE NON E' IL RISPETTO DELLE REGOLE MA IL RISPETTO DEGLI UOMINI
(Anonimo)

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