a cura di Riccardo DI GENOVA

Aprile 2019

IL PROFESSOR ARISTIDE

“IL DESTINO È UN’INVENZIONE DELLA GENTE FIACCA E RASSEGNATA”

(Ignazio Silone)

società

(di Riccardo Di Genova) Ho affrontato più di una volta il problema dell’imbarbarimento della lingua italiana, ahimé sempre più fuori controllo negli ultimi tempi, e non starò qui a fare l’ennesimo elenco di brutture lessicali, tuttavia, mi soffermerò su un’espressione che, oltre ad essere discutibile dal punto di vista dell’Estetica verbale, risulta sgradevole per il suo contenuto altamente negativo e per nulla incoraggiante! Chissà quante volte avrete chiesto a un amico o a un conoscente “come va?” e vi sarete sentiti rispondere con un “eh… ce la mandiamo!”; a me è capitato spesso e ogni volta che sento questa risposta vengo pervaso da un senso di tristezza nei confronti del mio interlocutore, perché colgo in questa espressione un senso di sconfitta, rassegnazione, passività, impotenza e penso a quante energie vengono sprecate o, peggio ancora, sotto-utilizzate nel mantenere una posizione così “neutro-passiva” in cui non si è proprio artefici della propria Vita, ma piuttosto quasi vittime della stessa. L’argomento è indubbiamente interessante e può suscitare senz’altro molte riflessioni, soprattutto per capire il perché, spesso, ambienti sociali, attività, territori, paesi o città, non crescono o addirittura regrediscono, lasciandosi travolgere dal “caso” o dal “destino” contro il quale sembra non esserci partita! So che molti, dopo aver letto questo articolo, mi tacceranno di presunzione, arroganza o superbia, ma di fatto il problema è culturale e, non a caso, le persone dalle quali mi è capitato di sentire questo famoso, nonché orribile, “ce la mandiamo” non sono persone che abbiamo “marcato” la propria vita con iniziative importanti, atti di coraggio professionale, creatività, fantasia, caparbietà, ma piuttosto soggetti rassegnati (magari per carattere) e contraddistinti da scarsa vitalità pratico-emotiva. È vero, la Vita ci domina, nel senso che ci viene data e tolta “a nostra insaputa” e non possiamo nulla su eventi superiori alla nostra volontà: non possiamo decidere di essere esenti da sventure, malattie, morte, ovvero non possiamo avere il controllo su eventi che non dipendono dalla nostra volontà, ma dobbiamo avere il controllo del nostro Essere, della nostra Energia ed Intelligenza ed esercitare la volontà difare, creare, tirar fuori l’energia che abbiamo dentro e, in pratica, diventare ogni giorno i veri attori principali del film che, dalla nostra nascita, siamo chiamati a interpretare in modo attivo, costruttivo e gratificante. “Ce la mandiamo” (ma dove?) mi richiama l’idea di impotenza, in pratica la leggo sempre come “non ho strumenti per controbattere i problemi, non ce la posso fare, sono prigioniero degli eventi e allora, facciamo finta che vada bene, tirando avanti passivamente, perché non sono io il padrone della mia Vita ma è lei che è padrona di me”. Per contro, quanto mi piacciono quelle persone fattive che, nonostante i problemi quotidiani, le difficoltà ineluttabili e le mazzate, riescono sempre ad essere padroni della propria linfa, riuscendo a convogliarla verso canali attivi che, magari, non darà i risultati sperati, ma certamente fortificherà il soggetto che, nella consapevolezza della propria forza e unicità creativa, trarrà ulteriore energia per avere sempre obiettivi concreti davanti a sé e il piglio giusto per dare un senso vero alla propria esistenza!“Prendi la vita nelle tue mani” di Wayne Dyer è un libro illuminante al riguardo; una voce certamente più autorevole della mia, che invito tutti ad ascoltare ed elaborare e, visto che da poco è arrivata la primavera, auguro una Buona Rinascita a tutti!

condividi su: