a cura di Francesco Pasquetti

Aprile 2022

L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

LA VERA STORIA DEL PREDISSESTO COMUNALE: LA DELIBERA 87/2012/PRSP DELLA SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO DELLA CORTE DEI CONTI

politica

di Francesco Saverio Pasquetti – “Il nostro Comune, per loro scelta scellerata è attualmente in pre-dissesto, condizione che lega sostanzialmente le mani degli amministratori sulla maggior parte delle tasse locali”: così tuona l'assessore comunale al bilancio Valentini, sostenendo oggi che il predissesto fu “scelta scellerata” della giunta Petrangeli. Risponde a verità una tale affermazione? Questo articolo, ricalcando quanto già evidenziato nel 2018, a ridosso delle elezioni regionali, dimostra documenti alla mano, che lo stato di predissesto fu atto dovuto ed inevitabile a causa della disastrosa gestione economica dell'amministrazione comunale del centro destra ed, in particolare, dell'ultima giunta Emili (2007 – 2012). Basterebbe andare, come facemmo noi quattro anni fa, sul sito stesso del comune di Rieti. In tal senso l'atto maggiormente significativo è quello della sezione regionale di controllo del Lazio della Corte dei Conti. E' il 2011 e la Corte, con deliberazione  n. 40 dell'8 luglio 2011 invita  formalmente gli organi di revisione contabile dei Comuni del Lazio  a produrre le predette relazioni entro i termini ivi indicati. Le relazioni  sono quelle della legge di Bilancio dello stato n. 266/2005 concernenti i rendiconti 2010 degli enti stessi Il collegio dei revisori allora in auge a palazzo di Città (Presidente Guido Giacobbi; componenti Giovanni Grillo e Giada Giorgetti) era stato  nominato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 43 dell'11 giugno 2010. I criteri di nomina, poi modificati successivamente (ed introduzione del criterio dell'estrazione a sorte ex D. Lgs. 138/'11, art. 16, c. 25) prevedevano il voto a scrutinio segreto. la relazione dell’Organo di revisione sul rendiconto 2010 del Comune di Rieti veniva dunque acquisita il 25 gennaio 2012 al protocollo n. 390 della Sezione di controllo. Partiva l'istruttoria condotta, sempre in base alla  legge n. 266/2005, sulla scorta delle attestazioni rilasciate dai revisori in tale relazione. L'allora vigente art. 1, comma 168 prevedeva che “Le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, qualora accertino, anche sulla base delle relazioni di cui al comma 166, comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria o il mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto, adottano specifica pronuncia e vigilano sull’adozione da parte dell’ente locale delle necessarie misure correttive e sul rispetto dei vincoli e limitazioni posti in caso di mancato rispetto delle regole del patto di stabilità interno”. Ne scaturiva adunanza collegiale, svoltasi dinanzi al collegio composto da cinque magistrati contabili il 15.11.2012, dunque a soli 4  mesi e mezzo dall'insediamento della giunta Petrangeli (presente con l'assessore Degni, il segr. Com. Iovinella, i revisori). Diretta conseguenza è la delibera n. 87/2012/PRSP ed è questa a far chiarezza in modo impietoso ed inequivocabile circa lo stato di assoluto dissesto in cui versano le casse comunali all'insediamento del centro sinistra targato Petrangeli. Stato causato da gravi irregolarità certificate proprio dai revisori. Si legge nella premessa in fatto della delibera:  “L’organo di revisione ha trasmesso a quest’Ufficio la relazione indicata in epigrafe con la segnalazione che nel corso della gestione 2010 sono emerse gravi irregolarità afferenti omissioni di varia natura, quali la mancata redazione della relazione sul controllo di gestione, la mancata redazione dell’inventario, il mancato contenimento delle spese correnti, il mancato rispetto della tempestività nei pagamenti.” (pag. 3). Ma da quanto si legge, i problemi giungono da lontano. Già tre anni prima, difatti, la Corte aveva attenzionato il comune, invano. Si legge:  “...alla luce delle irregolarità già segnalate per i precedenti cicli contabili, ha rilevato un preoccupante peggioramento della situazione finanziaria complessiva del Comune di Rieti, nonché il perdurare delle irregolarità già attenzionate con la deliberazione n. 42/2010/PRSE adottata sul rendiconto 2008...”.  Già allora la corte (Pres. Zambrano) aveva accertato pesanti irregolarità per l'Emili – bis che pure la relazione dell'esercizio 2008 (prot. 1418 in data 26 febbraio 2010) aveva cercato invano di minimizzare. Si legge all'esordio della delibera: “La relazione indicata in epigrafe, pur non contenendo alcuna segnalazione espressa di gravi irregolarità contabili da parte dell’organo di revisione, ha evidenziato profili di criticità che hanno indotto il magistrato istruttore a chiedere specifici chiarimenti con nota prot. n. 2856 del 5 maggio 2010 e a contestare successivamente, con la richiesta di deferimento all’esame collegiale, i sintomi di irregolarità di seguito riportati”. Insufficienti le giustificazioni comunali, tanto che la sezione concludeva con la formulazione di rilievi di grave irregolarità contabile in ordine ai seguenti aspetti:

--‐ destinazione per cassa di entrate a destinazione specifica;

--‐ gestione dei residui;

--‐ aggiornamento dell’inventario;

--‐ contabilizzazione in parte corrente di entrate da concessione di diritto di superficie”.

In adunanza (15.07.2010) erano presenti il segretario generale, dr Giuseppe Morelli, il responsabile del servizio finanziario, dr Antonio Preite e il presidente del collegio dei revisori, dr Guido Giacobbi. Passano due anni ma la delibera resta disattesa. Lo attesta, in quella del 2012, la stessa Corte, che scrive ancora: “In considerazione di ciò si è ritenuto necessario sottoporre a verifica e valutazione collegiale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1, comma 168, della legge n. 266/2005, le irregolarità riscontrate a seguito dell’esposizione dei dati contabili del Comune di Rieti per la gestione 2010” E' proprio qui che arriva la precisazione – che atterrisce e fa tremare i polsi - della Sezione in ordine a tali irregolarità “la cui gravità è tale da incidere sulla tenuta degli equilibri di bilancio dell’esercizio in esame e, plausibilmente, di quelli futuri”. Nel frattempo però è proprio il Collegio dei Revisori, resosi probabilmente conto della gravità della situazione dopo la prima delibera del 2010, a metter le mani avanti. Nei due anni fra la prima e la seconda delibera della Magistratura di Controllo ben 4 sono le segnalazioni che il presidente Giacobbi ed i suoi due collaboratori fanno pervenire alla corte “...per evidenziate gravi irregolarità, di seguito indicate:

  • in data 19 ottobre 2011, per violazione delle procedure da osservare per il corretto impegno di spesa (art. 191 TUEL, commi 1 e 4);
  • in data 13 marzo 2012, per violazione del principio della riduzione della spesa del personale (bilancio di previsione 2011 – art.1, c.577 legge 296/2006);
  • in data del 16 aprile 2012, per mancato versamento dell’IVA a debito per € 1.936.212,68 (anno 2012)”.

Queste le prime tre, ma la più grave è certamente la quarta, che giunge a neanche 20 giorni dall'insediamento di Petrangeli. E' quella del 17 luglio 2012 che segnala potenziali debiti fuori bilancio con correlata emersione del disavanzo di amministrazione di circa 20 milioni di euro. Ecco la prima cifra, dunque. 20 milioni di € di disavanzo. Rincara la dose lo stesso Petrangeli che il successivo 11.10.2012 inoltra alla Sezione una nota “...con la quale lo stesso Sindaco ha ulteriormente denunciato la grave situazione economica, finanziaria e amministrativa dell'Ente evidenziando l’esistenza di un disavanzo di amministrazione presunto, al 31 dicembre 2011, di almeno 20 milioni di euro, anticipazioni di cassa da rimborsare di circa 11 milioni di euro e l’utilizzo per cassa di risorse vincolate da ricostituire di almeno 28 milioni di euro, oltre alla  mole di contenzioso in essere la cui entità e correlata potenzialità debitoria è ancora all’esame dell’organo di revisione”. Ai 20 segnalati dai revisori se ne aggiungono dunque altri 39: e siamo già a 69. Nella delibera si da conto poi delle iniziative immediate messe a punto dalla nuova Giunta (aumento dell'IMU per prima e seconda casa; recupero evasione; momentaneo, mancato aumento delle tariffe sui servizi da aumentare però di circa il 10%) e si indica la possibilità di emersione di nuove criticità in primis quella relativa alla spesa del personale. Rilevati, ancora, sprechi enormi nei servizi sociali” e comunque la predisposizione di “un piano di rientro a partire dal bilancio 2013. L’obiettivo della nuova amministrazione – si legge - rimane quello, al momento, di garantire i servizi essenziali e il pagamento degli stipendi al personale in servizio”. Poi la Corte snocciola tutte le varie contestazioni – poi tutte confermate e comminate – circa le varie irregolarità accertate, prendendo atto alla voce “Organismi partecipati”  della “... nota dell’11 ottobre 2012 il Sindaco ha evidenziato una preoccupante situazione debitoria: € 35 milioni sarebbero dovuti a due grandi debitori, la Cooperativa Quadrifoglio e la società partecipata dal Comune stesso Azienda Speciale Municipalizzata, rispettivamente per i servizi sociali e per i servizi pubblici locali. A queste andrebbero aggiunte altre poste debitorie in corso di verifica.

Siamo dunque a 104 milioni. Emergono poi altri “scheletri negli armadi” di palazzo di città: “la situazione debitoria, la cui entità non è ancora del tutto definita sarebbe da riconnettere anche al fatto che la precedente Amministrazione non avrebbe ritenuto utile impiantare, da tempo, un sistema di protocollazione dei documenti, così che i documenti cartacei non sono facilmente reperibili” (pag. 14). Tale circostanza veniva più volte confermata, nel corso di varie interviste, dallo stesso Petrangeli e mai smentita. Gravissimi i rilievi in merito alle spese del personale  che – secondo quanto riferisce l’Amministrazione Petrangeli- non sarebbe mai stata computata in modo corretto così che è impossibile la sua ricostruzione: non si rintracciano i documenti e le attestazioni di spesa relative al personale; al di fuori dell'importo dichiarato in atti, si è accertato che erano in essere oltre 100 contratti individuali a partita IVA (incarichi professionali, co.co.co di servizi sociali, etc.). Questo è quanto sembrerebbe già di gravità assoluta. Ma ben più grave è ciò che scrive e valuta proprio la Corte stessa che, nell'introdurre la motivazione giuridica delle contestazioni, va giù pesantissima sulla precedente gestione comunale. Si legge a partire da pag. 15: “ La rilevanza delle irregolarità contabili evidenziate in fatto e le ulteriori problematiche, esposte dai rappresentanti dell’Ente in contraddittorio formale, sono sintomatiche della grave situazione finanziaria in cui versa il Comune di Rieti, conseguenza di anni di totale assenza sia di procedure conformi alle regole e ai principi contabili, sia di controlli interni indirizzati alla tutela e alla salvaguardia delle finanze dell’Ente al fine di garantire l’effettiva sostenibilità degli impegni che lo stesso andava assumendo.” Fortissimo il j'accuse della sezione di controllo quando proseguendo afferma: “Ciò che emerge dall’analisi dei dati contabili del rendiconto 2010, nonché dalle ulteriori informazioni e documentazione acquisite in sede istruttoria, è l’inattendibilità dei risultati di gestione e di amministrazione al 31/12/2010, attesa l’emersione di una situazione debitoria fino ad oggi tenuta nascosta, che interessa vasti ambiti istituzionali”. Colpisce davvero quell'affermazione – tenuta nascosta – che va contro ogni principio costituzionale e legislativo di sana e buona amministrazione. Quindi la triste ed inevitabile sentenza di condanna sulla nuova giunta. Tale situazione debitoria, dice, “emergerà per il primo anno nell’esercizio 2011 e la cui entità richiederà all’attuale Amministrazione valutazioni concrete e sostenibili circa la effettiva capacità di risanamento dell’Ente, indicandone i tempi. Tutto ciò richiede un forte impegno finalizzato alla completa regolarizzazione delle procedure ed alla rigorosa e corretta tenuta delle scritture contabili”.

Ma ciò che più conta e che smentisce clamorosamente le affermazioni  di Valentini sono proprio le considerazioni finali circa quella che Cicchetti, nella sua campagna di rielezione del 2017, definì testualmente “scusa peregrina”: “La Sezione invita i Rappresentanti del Comune di Rieti a valutare, nell’ambito delle azioni necessarie per avviare la gestione dell’Ente verso il risanamento amministrativo e finanziario, se non sia opportuno per il Comune adire la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale previsto dall’art. 243 bis del TUEL, introdotta dal D.L. n. 174 del 10 ottobre 2012”. Di che si tratta? Leggiamo sulla “Bibbia economica”” dei quotidiani: “Viene consentito agli enti, per i quali sussistono squilibri strutturali di bilancio tali da poterne provocare il dissesto, di ricorrere a un piano di riequilibrio pluriennale che consente di recuperare gradualmente (massimo dieci anni) i disavanzi ed i debiti fuori bilancio non gestibili tramite le ordinarie misure previste dal Dlgs 267/2000. Tale procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, è disciplinata dagli articoli 243-bis, ter e quater del Tuel”  http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/fisco-e-contabilita/2016-09-30/revisori-e-piani-riequilibrio-finanziario-165753.php?uuid=ABGvr2VB&refresh_ce=1).

Esattamente del predissesto, a quanto pare unica via obbligata praticamente imposta alla giunta Petrangeli quale pesantissima eredità delle precedenti amministrazioni.

04_04_22

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