Ottobre 2021

RIETI MISTERIOSA

LA TORRE DI SANTA BARBARA? È A GINESTRA

chiesa

E’ Virginia Sestili ad introdurci in quella che è una delle ricorrenze più importanti per la nostra zona, quella della patrona Santa Barbara, portandoci alla scoperta di uno dei territori a lei collegato.

 

La Torre di Santa Barbara? E’ a Ginestra

“Da qualche tempo, in molti luoghi del nostro Paese, si stanno riscoprendo dei siti che hanno visto la presenza di figure ricche di storia ed anche di santità. Particolare importanza sta assumendo il percorso di Santa Vittoria che collega il Santuario della Santa a Ginestra, ivi compresi le campagne ed i sentieri di Villa Pepoli. A questi si vuole aggiungere un nuovo percorso religioso che vede protagonista Santa Barbara, vergine e martire, venerata nel nostro capoluogo provinciale, ma anche nei territori di Scandriglia e di Ginestra Sabina. Quest’ultima è particolarmente devota alla Santa, tanto che, nel 1929, Armando Tulli, proprietario del terreno, fece costruire una piccola cappella in località “Vagni”, per “grazia ricevuta”.

Si racconta, infatti, che i suoi due fratelli Telemaco e Amedeo Tulli, tornando da Roma, a seguito del ribaltamento del carro, si salvarono dopo aver invocato Barbara. Il sito, abbellito da un dipinto della santa, è affiancato da un pozzo quadrato di stile romanico, dove l’acqua è sempre allo stesso livello durante l’arco dell’anno, pur trovandosi alla sommità della collina e dove sono state ritrovate monete del 1700 che i credenti usavano gettare e di cui si hanno reperti ben conservati.

Fino a qualche anno fa, il quattro Dicembre, festa della Santa, nella cappella veniva celebrata la messa, con i fedeli che partecipavano stando sul prato circostante. Nella chiesa parrocchiale del paese è conservata una statuetta della santa che reca nella mano sinistra una spada con la quale fu decapitata, mentre, con la mano destra, solleva un calice segno di sacrificio di sangue. Ai suoi piedi si trova una torre, situata nel punto più alto del borgo di Ginestra, dove, secondo la leggenda, il padre Dioscoro fece rinchiudere la bellissima figlia, richiesta in sposa da moltissimi pretendenti. Ella, però, non aveva intenzione di sposarsi, ma di consacrarsi a Dio. Prima di entrare nella torre, non essendo ancora battezzata e volendo ricevere il sacramento della rigenerazione, si immerse tre volte nell’adiacente pozza d’acqua dicendo: “Battezzati Barbara, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il padre, pagano, venuto a conoscenza della professione cristiana della figlia, decise di ucciderla, ma Barbara, calandosi da una finestrella della torre, riuscì a fuggire attraverso i campi, dove incontrò un pastore, al quale si raccomandò di negare il suo passaggio. Al contrario, l’uomo, con la mano, indicò a Dioscoro la direzione della fanciulla, ma subito dopo rimase pietrificato insieme al gregge. La fanciulla intanto, assetata, per cercare acqua, si gettava a terra; subito ne scaturì uno zampillo formando un pozzo, dove, per anni gente da ogni paese limitrofo, si recava per attingere” l’acqua miracolosa”. Si racconta che una signora di Ginestra, Fernanda Di Maulo, scomparsa recentemente e nata con problemi alla vista, guarì dopo che la madre le bagnò gli occhi ed un altro paesano, con il corpo pieno di piaghe, dopo inutili terapie, guarì dopo essere stato immerso nel pozzo.

E’ ferma intenzione degli abitanti di Ginestra recuperare e valorizzare queste antiche tradizioni e testimonianze di fede per far conoscere la storia-leggenda legata al territorio. Si dimentica spesso di identificare il famoso castello in Sabina in cui fu rinchiusa, con la torre di questo borgo”.

 

Venerata ovunque

La leggenda della martire in alcuni casi prosegue “Il giorno successivo il giudice sottopose la donna alla tortura con piastre di ferro roventi, ma le fiamme, accese per tormentarla, si spensero quasi subito. Non ancora contenti frustarono Barbara e la portarono nuda per la città, ma lei tornò miracolosamente vestita e sana. Alla fine il giudice le impose il taglio della testa e Dioscuro stesso eseguì la sentenza presso il tempio di Helios in territorio sabino. Secondo la tradizione agiografica, Dioscoro, appena compiuto l’orribile delitto, venne incenerito da un fulmine”.

Nel Medioevo Barbara era molto venerata e invocata soprattutto in punto di morte, oggi è ricordata il 4 di dicembre ed è protettrice di quelle persone esposte, per il loro lavoro, al pericolo della morte istantanea: artificieri, artiglieri, carpentieri, minatori e, in particolare dei vigili del fuoco. 

Da Leggenda a Culto  

(da cattedrale.chiesadirieti.it) La venerazione reatina verso santa Barbara risale al X secolo, allorché, durante le invasioni dei saraceni in Sabina, gli abitanti di Rieti, preoccupati dello stato d’abbandono del santuario di Scandriglia, nel quale erano conservate le spoglie mortali della martire, organizzarono una spedizione per trasportarne il corpo nella loro città, ove le reliquie vennero solennemente accolte sotto l’altare maggiore tra i corpi dei santi martiri Felice e Giuliana. Nel 1365 il comune di Rieti decretò, in accordo con l’autorità ecclesiastica, la celebrazione del 4 dicembre come giorno festivo di precetto. Il 1 dicembre 1377 papa Gregorio XI confermò il culto e concesse alla Chiesa reatina particolari indulgenze per la festa della santa patrona. Nel 1651 fu intrapresa la realizzazione della cappella a lei dedicata all’interno della Basilica Cattedrale. Il 27 aprile 1806, in seguito alla ricognizione delle reliquie della martire, venne consacrato dal vescovo Marini il nuovo altare maggiore e le sue spoglie mortali ivi definitivamente collocate.

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