Giugno 2016

RIETI MISTERIOSA

LA SPIRALE AUREA E L'ARCO DEL VESCOVADO, VERO LIBRO DI PIETRA?

storie

(di Stefania Santoprete) Siamo a passeggio nelle strade cittadine, abbiamo al fianco ‘riccardo’ grande ammiratore dei Templari a cui la nostra Città sembra essere stata molto legata. Stiamo tentando di entrare in un mondo segreto e simbolico, conoscendo un po’ più da vicino questo Ordine di Cavalieri.

 

La spirale sezione aurea dell’Universo

“Se pensiamo ai templari li definiamo Cavalieri ed invece erano soprattutto grossi costruttori. I metodi erano basati su un sapere tenuto celato. Costruivano in maniera particolare utilizzando la proporzione armonica, quella dell’umanità, della natura. Un esempio di armonia te lo dà il nautilus, la spirale perfetta rappresentata da questo fossile vivente”,

La spirale, quella curva piana che ha la proprietà di avvolgersi in infiniti giri intorno ad un punto, è una struttura onnipresente. Essa è una delle forme geometriche più diffuse in natura: dai fiori del girasole alle corna d’alcuni animali, dal moto dei cicloni alla molecola del DNA, dalle conchiglie alle galassie. L’aforisma enunciato da Galileo, dove "il libro della natura è scritto coi caratteri della geometria", conferma che l’armonia del mondo si manifesta nella forma e nel numero. In matematica il Nautilus è particolarmente interessante perché l’accrescimento biologico del suo guscio, fatto a forma di spirale, segue una particolare successione di numeri chiamata successione di Fibonacci. La successione di Fibonacci è una successione di numeri interi naturali in cui ciascun numero (a parte i primi due) è il risultato della somma dei due precedenti. La sua scoperta risale al 1202. La particolarità tra questi numeri è che il rapporto tra due termini successivi si avvicina molto rapidamente al numero decimale 0,618, noto con il nome di numero Aureo, e viene definito come il rapporto della sezione aurea, o proporzione aurea. Tale rapporto è stato considerato, sin dalla sua scoperta, come rappresentazione della legge universale dell'armonia. La proporzione aurea fu molto utilizzata dagli antichi Greci come rapporto armonico nelle costruzioni architettoniche, le ritroviamo nelle piramide egizie e nel Partenone nell'Acropoli Ateniese, e nelle rappresentazioni scultoree, per esempio nelle proporzioni delle Cariatidi che reggono l'Eretteo. Il rapporto aureo fu largamente ripreso anche nel Rinascimento: le dimensioni della Monnalisa, di Leonardo da Vinci, sono in rapporto aureo. E ancora fino ai giorni nostri, nell'architettura moderna: il Palazzo di Vetro delle Nazione Unite ha proporzioni auree. La sequenza di Fibonacci è abbondantemente rappresentata anche in musica, ad esempio nelle “fughe” di Johann Sebastian Bach, nelle sonate di Mozart, nella Quinta Sinfonia di Beethoven, nella Sonata in la D 959 di Schubert; l’esempio più elevato di applicazione su vasta scala degli stilemi improntati alla proporzione aurea è dato dalla Sagra della Primavera di Strawinski.

Anche in molte specie vegetali il numero dei petali di ogni fiore è di solito un numero di Fibonacci, come 5, 13, 55 o perfino 377, come nel caso della diaccola. Le squame delle pigne e i semi del girasole sono disposte con andamenti spiraliformi secondo la serie di Fibonacci, in modo da essere uniformemente sparsi su tutta la corolla e non troppo ammassati al centro. Le scaglie degli ananas presentano un'aderenza ancora più costante ai fenomeni di Fibonacci: non una sola eccezione è stata trovata in un test compiuto su 2000 ananas. I numeri di Fibonacci si trovano anche nei cavolfiori e nella fillotassi, ossia l'ordinamento delle foglie su un gambo.

 

L’Arco del Vescovado o di Bonifacio VIII

Camminando siamo giunti sotto l’Arco di Bonifacio VIII “Vedi la costruzione? Si tratta di quattro archi: non è altro che la croce patente templare. Quattro più quattro otto, un numero importante che ritroveremo… C’è una curvatura particolare legata al concetto dei gradi che è a sua volta collegato al movimento della Terra. I rosoni non sono altro che la riproduzione del moto terrestre. Di quella che era la famosa tavola ‘esmerellina’ di Ermete Trismegisto.”

 

La tavola di smeraldo

E’ un testo sapienziale che secondo la leggenda sarebbe stato ritrovato in Egitto, prima dell'era cristiana. Il testo era inciso su una lastra di smeraldo ed è stato tradotto dall'arabo al latino nel 1250. Rappresenta il documento più celebre degli scritti ermetici. La tradizione vuole che Ermete avesse inciso le parole della Tavola su una lastra verde di smeraldo con la punta di un diamante, e che Sara, moglie di Abramo, l'avesse in seguito rinvenuta all'interno della sua tomba (altre versioni indicano come scopritore Apollonio di Tiana) costituisce l'assunto di base della visione esoterica del mondo, che può essere riassunto come: "Il visibile è il simbolo dell'invisibile". Lo stesso Ermete ha detto: "Coloro che leggeranno i miei libri, ne troveranno il contenuto lampante e semplicissimo, mentre in realtà esso è oscuro e occulta il vero significato delle parole". Il suo autore fu conosciuto dagli antichi Egiziani come Thot, il Dio che ha portato l'alfabeto (i caratteri divini) agli uomini. La sua figura è avvolta nel mistero, sacerdote, scriba, profeta, filosofo, legislatore, re, mago, alchimista ed esoterista di somma levatura; nella sua forma immortalizzata è ricomparso riconsegnando la formula del Fiore della Vita. “E’ stranamente raffigurato - spiega ‘riccardo’ - nel pavimento del duomo di Siena su una tarsia marmorea del 1842: ma cosa c’entra un alchimista con la Chiesa? L’Alchimia è la perfezione del massimo stato della Mistica. Il vero ferro e il vero oro siamo noi. Chi riesce a trasformare tutte le cose è l’Intelligenza, il Sapere umano. Sappiamo che lo sviluppo di Siena come città-stato coincise con la costituzione dell’Ordine monastico guerriero dei Templari, loro conoscevano l’alchimia: avevano accettato Santa Romana Chiesa ma in realtà professavano un altro tipo di Credo, ecco perché furono distrutti. Tornando a questi archi: le inclinazioni hanno tutti un riferimento alla misura aurea, se perdessimo tempo a contare ci accorgeremmo che rispettano tutti un numero simbolico. Dove puoi palpare tutto questo però è trovandoti sotto gli Archi del Vescovado, un vero libro di pietra!”

 

Da Format aprile 2016

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