di Riccardo Di Genova - Dopo una primavera non certo entusiasmante dal punto di vista meteorologico, eccoci pronti ad accogliere l'equinozio, e con esso la tanto ambita estate che vuol dire anche riposo e vacanze.
Quale migliore occasione, dunque, per parlare di viaggi e di come sfruttare questa opportunità in maniera intelligente e costruttiva?
E’ vero che c’è crisi e che in tanti dovranno ridimensionare i progetti vacanzieri ma di fatto, a prescindere dalla meta, è importante vedere il viaggio, non solo come occasione per godersi un meritato riposo, ma anche per accrescere le proprie conoscenze.
“Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini”, recita un antico proverbio moresco e trovo più che mai valido questa affermazione, dal momento che è con il confronto che si amplia il proprio orizzonte e la propria conoscenza. Siamo troppo abituati a restare al di qua delle nostre colline e se ci lamentiamo che il nostro territorio non decolla, lo si deve al fatto che mancano le occasioni di confronto con altre realtà esterne e c’è poca disponibilità ad aprirsi alla ricerca, alla scoperta, insomma… al nuovo. Viaggiare non vuol dire soltanto organizzare una settimana (o due, per i più fortunati) in un bel villaggio-vacanze dove si viene sballottati da un torneo di beach volley ad un karaoke serale; inutile, a mio avviso, fare ore e ore di volo per trasferirsi in una piscina messicana o caraibica, senza “vivere” l’autentica realtà del posto e interfacciarsi con gli abitanti di questa o quell’altra nazione, come ci fa capire Marcel Proust il quale, a ragione, afferma che ”Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
L’esperienza del confronto avviene, certamente, in altro modo; scoprire le culture, imparare nuove lingue, in breve, imparare la “diversità” è ben altro! In un momento in cui tiene banco proprio il concetto di diversità e integrazione, sarebbe anche opportuno che i nostri giovani facessero più esperienze all’estero (magari scegliendo le utilissime vacanze in famiglia - provare per credere!) per mettersi dall’altra parte e capire meglio questa realtà attualissima e da cui non si può prescindere.
“Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi; dobbiamo andare noi da loro per sapere quel che sono” affermava a ragione Johann Wolfgang von Goethe ed è con questo spirito che si dovrebbe interpretare un viaggio, anche se fatto sul nostro territorio nazionale che, comunque, offre già notevoli diversità in base alle zone. Avendo viaggiato abbastanza per affermare che un viaggio (o una semplice “uscita fuori porta”) rappresenta sempre una grandissima occasione di crescita, sottoscrivo anche un pensiero di Sant’Agostino che spiega mirabilmente come sia limitante restare chiusi nel proprio guscio senza scoprire cosa c’è dall’altra parte: ”Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”.
Ne consegue che l’invito a scoprire il mondo non si ferma soltanto ai vacanzieri ma deve anche essere esteso ai nostri giovani che, sempre più vittime di una situazione occupazionale non certo incoraggiante, sembrano preferire l’immobilismo, l’attesa e la paura, alla ricerca di nuove realtà ed opportunità.
Servirebbe, forse, una dose maggiore di spirito d’intraprendenza e voglia di rischiare; chiudo con un aforisma (di anonimo) abbastanza eloquente e un invito sincero a “scoprire la bellezza della scoperta”: ”Per i paurosi il futuro resterà sconosciuto, per i deboli sarà irraggiungibile, per gli incoscienti offrirà nuove opportunità”.