Agosto 2020

RIETI MISTERIOSA

LA LEGGENDA DI CANTALUPO

storie

Dell’orso e della sua esistenza nella nostra montagna si è molto parlato nei giorni scorsi ed interessante risulta uno studio sui toponimi, di cui è autrice Clara Tattoni dell’università di Trento, “raccontano la distribuzione passata di orso e lupo in Italia con grande accuratezza, ma anche i sentimenti che le persone provavano nei loro confronti e che non sono tanto diverse da ora, come ammirazione e paura. In mezzo ai vari “Monte lupo” ci sono per esempio anche Cagalupo, Mazzalorsa e Scaccialupo. Quando i carnivori hanno iniziato a sparire alla fine del 1800, i toponimi sono rimasti lì a testimoniare questa antica presenza”. I risultati del lavoro di analisi della frequenza dei toponimi combaciavano in modo quasi perfetto con le mappe di distribuzione storica dei due carnivori e le zone con la massima densità di luoghi dedicati a lupi e orsi corrispondevano con le “roccaforti” dove le due specie hanno resistito più a lungo. “Ho fatto l’ipotesi”, spiega Clara Tattoni, “che i toponimi si siano accumulati nel tempo laddove le specie erano più presenti. Quindi, quanto maggiore il numero dei toponimi, tanto più frequente la presenza della specie nel passato. Ho usato i toponimi come se fossero indici di presenza della specie”. E veniamo a noi dove maggiormente diffuso tra i due animali era il lupo. Abbiamo infatti Cantalupo inSabina (Rieti), Fosso Cantalupo nella superstrada Rieti-Cicolano, il Fosso Cantalupo presso Finocchieto (Rieti), Colle Cantalupo presso Orvinio (Rieti),Regione Cantalupo a Leonessa (Rieti)…

 

La leggenda di Cantalupo

Il Comune di Cantalupo in Sabina fu istituito nel 1862.Come in molti altri paesi c’è una leggenda che raccontal’origine del castello di Cantalupo: Si narra, infatti, cheun lupo famelico che si aggirava di notte su una selvaggia collina della Sabina, alla vista di una luminosissimastella, trasformasse il suo ululato in canto dolcissimo edivenisse mansueto come un agnello. Famiglie di pastoried altre genti, in seguito al fatto prodigioso, si sarebberostabilite nella zona e con loro il lupo sarebbe vissuto a lungo. Ma la favola non finisce qui, i paesani conservano un modo di dire: “a Piedilupo è passato, a Cantalupo ha cantato, aMorlupo è morto!” L’etimologia è manifestamente in rapporto con l’animale e con il suo ululare, emesso sempre nello stesso luogo. Pastori e boscaioli chiamavano questi luoghi con l’appellativo di “Cantalupo”.

Sulle nostre tavole c’è in estate un frutto dolcissimo: il melone di Cantalupo, una varietà di melone del gruppo cantalupensis o cantalupio, di media grandezza, superficie ruvida, polpa giallo-arancio. È stato chiamato così perché originariamente portato da missionari cattolici asiatici proprio al castello pontificio di Cantalupo.

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