Settembre 2017

RIETI MISTERIOSA

LA LEGGENDA DEI 5 CONFINI

Il Maresciallo La Roche

storie

Le storie passano di bocca in bocca, di famiglia in famiglia. Una volta erano i nonni a diffonderle, grazie alla vicinanza con i più piccoli e alla necessità di intrattenerli nelle ore d’ozio: oggi non c’è più possibilità di dialogo. I nonni sono troppo presi a condurre (giustamente) una vita attiva e i bambini hanno già posto l’intera loro attenzione sullo schermo di uno smartphone. Si rischia di far cadere nell’oblio quelle fantastiche leggende che aleggiavano sopra i luoghi rendendoli ancor più affascinanti. Quindi ben venga l’iniziativa di chi ha pensato di piantare una spada nella roccia al Terminillo se questo può apportare quel pizzico di magia in più in grado di attirare curiosi. Siamo lusingati che venga alla luce proprio mentre il nostro mensile tenta di ricostruire il fil rouge che unisce Rieti ai Templari. Quindi anche se abbiamo già affrontato questa storia, torniamo a narrarla con qualche approfondimento in più.

Consigliando a molte frazioni o paesetti di andare a scovare qualche appiglio utile nelle proprie tradizioni: potrebbe essere una buona forma di marketing vincente! In fondo il turismo ‘da fiction’ poggia le basi sulle ‘favole’ che la tv racconta con risultati invidiabili!

La leggenda dei cinque confini del Monte Terminillo.

Nel dicembre dell’anno del Signore 1307 cinque cavalieri templari in fuga ormai da molti giorni, erano accampati sulle pendici montuose a nord della città di Rieti, limite settentrionale e confine del Regno di Sicilia. Si trattava del Maresciallo del Tempio di origine francese Guy de La Roche e di quattro cavalieri suoi confratelli. Braccati ed esausti, avevano pochi viveri. L’arresto di tutti i Cavalieri dell’Ordine del Tempio e dal Gran Maestro Jacques De Molay, era stata ordinata in Francia dal Re Filippo, il venerdì 13 ottobre di quello stesso anno. Pochi di loro erano riusciti a scampare. Filippo IV di Francia detto “ il Bello” aveva inteso così rovesciare l’Ordine, divenuto ormai una ingombrante potenza economica, finanziaria e militare. L’Ordine era in difficoltà. San Giovanni d’Acri era ormai caduta da tempo ed anche la flotta era stata distrutta. Nessuno di loro aveva opposto resistenza, leali al giuramento di fedeltà al Pontefice e certi di essere sottoposti ad una grave ingiustizia che, presto, sarebbe stata acclarata. Il 22 novembre di quell’anno, dopo vari tentennamenti, anche Papa Clemente V - ormai scavalcato dagli eventi – aveva emesso il Decreto che invitava tutti i Principi cristiani ad arrestare i templari. Il freddo era pungente, nevicava ed il Natale era ormai vicino. Attesero il 21 dicembre - giorno del solstizio d’inverno tradizionalmente dedicato alle cerimonie d’investitura - e salirono in cima al monte. Guy de La Roche infisse la sua spada in una roccia. Poi - dopo aver invocato la giustizia divina - sciolse i confratelli dal giuramento templare. I cinque si abbracciarono un’ultima volta deponendo i loro mantelli nella neve . Si separarono prendendo direzioni diverse con promettendo di non rivelare mai la propria identità. La storia dei cavalieri, svelata dal testamento di Bernardo è tramandata oralmente da generazioni. La spada originale esposta da secoli alle intemperie e quasi certamente corrosa, è stata probabilmente ripristinata in epoca ignota , si dice identica all’originale.

Il luogo dell’accampamento venne identificato come il piano di “de la Roche”, oggi pian di Roche o Rosce. Il Terminillo - luogo del termine - ha una località chiamata Cinque confini. Guy de la Roche, attratto dal messaggio francescano di autenticità della fede, bussò al chiesola della Foresta e si fece frate minore col nome di Bernardo; un altro Cavaliere, messosi a disposizione di Carlo II d’Angiò, partecipò alla fondazione della Civitas Ducalis oggi Città Ducale. Gli altri raggiunsero i luoghi oggi denominati Micigliano, Castel Sant’Angelo e Borgo Velino inserendosi nelle comunità . I cavalieri tornarono sempre - finché vissero - il 21 dicembre - nel luogo della spada, nella località oggi dei Cinque Confini. Questa località è tutt’oggi confine amministrativo dei Comuni di Rieti, Cittaducale, Micigliano, Borgovelino e Castel Sant’Angelo. Ciascuno dei Comuni attuali raggiunge con uno spicchio di territorio, il luogo della Spada. Si dice che il 21 dicembre, in quei luoghi, aleggi ancora lo spirito dei 5 Cavalieri del Tempio e che le popolazioni dei cinque Comuni siano destinate a rimanere legate per sempre. Sfiorare la Spada senza toccarla, porta tradizionalmente fortuna.

 

Testamento di fra’ Bernardo

Io Bernardo, che fui Guido de’ Roche di Francia de’ duchi di Grecia, nell’anno 74 di mia vita , ne’ l’ora di verità , che per volontà del Signore mio fui povero compagno d'armi di Cristo e del tempio di Salomone e co’ li mie confratelli fugendo sopra li Monti di Rieti. Vedemmo l’orore e furia del boia del Re di Francia. Ne’ la neve, pregammo pei’ fratelli , pel tradimento de’ lo Papa indegno. Ora sorella morte si appressa su questo sajo di povero frate, tengo il segno di Francesco pel mano, ne’ la chiesa Foresta, ove trovai lo rifugio e lo nome novo di Bernardo. Che’ soffio di vita mia, torni a chi dette. Lo pensiero a li confrateli che già stanno nel Signore e mandai a’ quattro venti ne’ lo giorno di Santo Giovanni. Tenni per me, la via stretta di frate Francesco che sola acquietava mio core. Lascio lo sajo ai frati, lo corpo a madre terra e spirito mio a la Spada di pace al monte. Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam.

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