(di Rino Panetti) Qual è una delle cose più difficili nel processo creativo?
Per rispondere, partiamo da questa frase: “La componente magica ha caratterizzato l’evento, senza però trasformarlo in uno spettacolo di magia.” Si tratta del commentodi uno dei partecipanti al Laboratorio che ho tenuto recentemente all’Abbazia di San Salvatore a Concerviano.
E’ un commento che mi lusinga particolarmente, perché coglie forse una degli aspetti più “magici” di qualunque percorso creativo e della sfida che esso impone.
In effetti, una delle definizioni di innovazione che più mi piace è questa: le grandi innovazioni sono costruite su idee esistenti, combinando campi distanti e riproposte con una visione.
Mettere insieme campi diversi: facile a dirsi...ma una delle cose più difficili a farsi. Perché metterli veramente bene insieme vuol dire trovare il giusto equilibrio tra i diversi campi senza che uno prevalga sull’altro: solo in questo modo il risultato sarà un qualcosa di veramente diverso dai singoli componenti che lo costituiscono.
Dicevo, molto difficile da far bene: ad esempio, mi capita di vedere illusionisti che propongono spettacoli magici con la promessa, nello show, di insegnare anche a comunicare...ma di fatto restano essenzialmente esibizioni magiche. Viceversa, se un esperto in comunicazione inserisce nei suoi corsi un gioco di magia, non si può certo dire che abbia creato qualcosa di diverso (ha semplicemente aperto una finestra diversa nel suo corso), inserendo un gioco di prestigio, ma poteva inserirci anche il riferimento a uno scalatore, al gioco degli scacchi, alla pallavolo, ecc. ecc.).
Invece, quando si crea qualcosa di nuovo accade una cosa fantastica: accade che 1+1 (ossia i singoli campi messi insieme) non dà più semplicemente 2 e neanche 3, o 10. No, in questi casi 1+1 dà T (“T” per dire una cosa comunque di completamente diverso rispetto ai suoi fattori originari [nell’esempio: una lettera rispetto ai numeri, dai quali si è partiti], qualcosa dotato di propria “indipendenza” e netta distanza rispetto ai suoi componenti, che oramai, in quella nuova cosa, non si distinguono più uno dall’altro).
Quindi, primo consiglio: prendete le vostre passioni e trovate il modo di fonderle in modo unico, per generare qualcosa di completamente diverso.
E’ quello che è accaduto a me, fondendo magia, management e scrittura. Il risultato, che prende il nome di “Management by Magic”, è qualcosa di completamente diverso rispetto ai suoi componenti. E sembra essere percepito anche da chi ci entra in contatto.
Ma, attenzione, quanto appena detto è fondamentale, ma non sufficiente.
Infatti, per la “fusione” di campi diversi occorre anche un collante speciale, che prende il nome di “Visione”. Dobbiamo cioè riversare in questa cosa nuova che sta nascendo la nostra Identità più profonda, dobbiamo darle un’”anima”. Questa cosa nuova deve comunicare e impersonare Chi Siamo e Qual è il nostro Compito. Se manca questo collante, avremo semplicemente operato un accostamento di campi diversi, ma in modo meccanicistico, freddo...
Per questo, tornando al mio caso, Management by Magic non fa consulenza né fa corsi. E non fa neanche spettacoli di magia. Né, infine, pubblica libri. La Visione di MbM, ciò che tiene tutto insieme e dà unicità è questa missione: Entusiasmare, Chiarire, Portare Lontano.
Per questo Apple non produce PC. Il suo collante e identità è: ThinkDifferent.
Quindi, ecco il secondo consiglio: se vuoi creare qualcosa di nuovo, ti sei chiesto qual è la Visione, coinvolgente e alta, che tiene tutto insieme?