Natale, tempo di regali: utili, originali, spesso appetitosi; altre volte anche inutili o forzati… alzi la mano chi non ha mai ricevuto improbabili portachiavi o ributtanti soprammobili dietro i quali certamente ci sarà stato un pensiero gentile, ma che alla fine rappresentano una semplice azione di routine e poco più. È inutile negarlo, spesso ci si sforza di trovare a tutti i costi qualcosa da regalare, senza pensare che il vero regalo può essere anche un semplice sorriso, un abbraccio sentito o, ancor più, un gesto denso di significato e che può rimanere impresso nella mente di chi lo riceve per tutta la vita. Oggi, più che mai, ispirato dal Tempo che porta con sé sempre più saggezza e non finisce mai di insegnare il reale valore delle cose che contano nella Vita - prima fra tutte la Salute - mi piace proporre ai nostri cari lettori, una splendida storiella dal significato profondo e nobilissimo, su cui invito a meditare e che non si può non apprezzare per la sua struggente semplicità e ricchezza.
“Due uomini, entrambi malati gravemente, condividevano la stessa stanza d’ospedale; a uno dei due, che occupava il letto accanto all’unica finestra, era consentito solo per un’ora al giorno di mettersi a sedere sul letto per favorire il drenaggio dei polmoni. L’altro paziente era invece costretto a passare tutto il suo tempo in posizione supina senza potersi muovere neanche minimamente. I due parlavano per ore ed ore delle proprie famiglie, delle loro case e del lavoro, ricordando i tempi del militare e quelli più allegri delle vacanze. Tutti i pomeriggi l’uomo vicino alla finestra si sedeva sul letto e passava il tempo a descrivere al compagno di stanza tutto quello che riusciva a vedere di fuori, e fu così che l’uomo immobile a letto cominciò a vivere in funzione di quell’ora al giorno in cui il suo mondo si espandeva ed era reso vivo dai colori dell’esterno. La finestra si affacciava su un parco e un grazioso laghetto; papere e cigni si libravano sull’acqua mentre i bambini giocavano con le loro barchette. Coppie di giovani innamorati camminavano mano nella mano in mezzo a fiori multicolori e in lontananza si intravvedeva anche il profilo della città. Mentre l’uomo alla finestra descriveva tutto con dovizia di particolari, l’altro chiudeva gli occhi e immaginava la scena pittoresca… In un caldo pomeriggio d’estate, l’uomo alla finestra descrisse una parata folkloristica e, benché l’amico non riuscisse a sentire le note della banda, riusciva a vedere la scena con gli occhi della mente mentre il suo compagno di stanza gli descriveva dettagliatamente quanto avveniva sulla strada. Passarono giorni, settimane e mesi; una mattina l’infermiera entrò in camera per portare i soliti farmaci ad entrambi, ma scoprì con profonda tristezza che il paziente accanto alla finestra era morto dolcemente nel sonno. Qualche ora più tardi, il suo amico, rimasto da solo nella stanza, chiese se poteva essere spostato accanto alla finestra e l’infermiera acconsentì senza problemi. Lentamente e con molta fatica, l’uomo cercò di tirarsi su aiutandosi con un gomito per poter dare uno sguardo al vero mondo che si trovava all’esterno. Fu una vera e propria impresa riuscire a guardar fuori ma, con somma sorpresa si accorse che la finestra dava su un muro bianco. L’uomo chiese all’infermiera cosa potesse aver spinto il compagno di stanza a descrivere in modo così meraviglioso un mondo che in effetti non c’era e lei rispose che l’uomo era… cieco e che non poteva vedere neanche il muro, e aggiunse “Forse intendeva soltanto farti coraggio e regalarti un presente sereno!” Morale della favola: Rendere gli altri felici, a prescindere dalla nostra situazione personale, è immensamente nobile ed entusiasmante. Condividere un lutto equivale a dimezzare il dolore, ma condividere la felicità vuol dire raddoppiarla. Se volete sentirvi realmente ricchi, contate semplicemente tutte le cose che avete e che i soldi non possono comprare… tutto il resto è relativo!”
Buon Natale e tutti!