a cura di Massimo PALOZZI

Novembre 2022

POLVERI SOTTILI

IL CREPUSCOLO DEGLI ONOREVOLI

politica

di Massimo Palozzi - Come ampiamente previsto, la rappresentanza parlamentare di Rieti si è ridotta al solo Paolo Trancassini, confermatissimo deputato di Fratelli d’Italia con una valanga di voti all’uninominale.

Nella scorsa legislatura Rieti poteva contare alla Camera su ben quattro rappresentanti di partiti diversi, a confortante copertura dell’intero arco costituzionale. Con le elezioni del 25 settembre il dato è invece drasticamente mutato in seguito alla decimazione subita dal territorio a causa di vari fattori. Il primo è il taglio del numero dei parlamentari. La diminuzione dei seggi e il conseguente ridisegno dei collegi ha infatti relegato Rieti nell’area di influenza di Viterbo e in parte di Roma, finendone fagocitata dal punto di vista elettorale.

Il secondo fattore è stato il disimpegno preventivo di ben tre dei quattro uscenti. Fabio Melilli (Pd) aveva da tempo annunciato che il termine della legislatura (la seconda a Montecitorio) avrebbe sancito la fine della sua attività nelle istituzioni. Nonostante l’appello a ripensarci lanciato dai democratici reatini, l’ex presidente della Provincia ha tenuto fede all’impegno, seguendo anche il suo fiuto politico che certo non gli faceva presagire grosse soddisfazioni.

Misteriose invece le motivazioni della rinuncia di Gabriele Lorenzoni. Esponente del Movimento 5 stelle alla sua prima esperienza parlamentare, avrebbe avuto la possibilità di correre per il secondo mandato. La sua elezione nel 2018 era arrivata un po’ a sorpresa grazie all’exploit dei grillini. Evidentemente il giro alla Camera non è stato incoraggiante al punto da tentare il bis, avendogli anzi fatto perdere voglia ed entusiasmo, come da lui stesso ammesso nella lettera di commiato diffusa ad agosto.

Il terzo dei rinunciatari è Alessandro Fusacchia. Eletto all’estero sotto le insegne di +Europa grazie a un curriculum da embedded nel sottobosco della politica che conta nonostante la giovane età, anche Fusacchia deve aver maturato l’idea che sarebbe stato difficile trovare una collocazione idonea a proseguire la carriera da parlamentare. Tanto più dopo aver abbandonato Emma Bonino e sostenuto il governo Draghi.

Venuti meno gli uscenti (con l’eccezione di Trancassini), i tanti reatini che pure hanno popolato le liste erano per lo più candidati di bandiera, consapevoli di non avere alcuna concreta possibilità di elezione. Il che rende merito al loro disinteressato spirito di servizio ma lascia seri interrogativi sul ricambio generazionale di una classe politica locale che stenta nel suo complesso ad offrire alternative credibili.

(da Format sett-ott 2022)

foto da archivio

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