(di Massimo Palozzi) Le dimissioni a lento rilascio di Sonia Cascioli da assessore al Bilancio del Comune di Rieti evocano avvincenti associazioni di idee.
Faccia al sole (Cara al sol, nella versione originale in spagnolo) è un’immagine presente nella raccolta Versi semplici del poeta e letterato cubano José Martì (compare anche nel testo di Guantanamera, la canzone cubana più famosa nel mondo).
Martì è considerato nell’isola caraibica un eroe nazionale, precursore della rivoluzione castrista, a merito delle sue lotte condotte fino alla morte in battaglia, avvenuta nel 1895 a soli 42 anni, per l’indipendenza dalla Spagna e, insieme, per scongiurare l’ingresso di Cuba nell’orbita statunitense che considerava un abbraccio mortale.
Non a caso è venerato tanto dal regime quanto dai suoi oppositori per quell’anelito di libertà che ne fece a lungo un perseguitato politico e che fu la costante della sua vita e del suo poliedrico impegno di guerrigliero, agitatore, intellettuale, giornalista.
Il verso dice esattamente: “Non mi mettete al buio a morire come un traditore: io sono buono e come buono morirò con la faccia al sole”.
Queste sue volontà letterarie furono rispettate con fedeltà estrema, tanto che il mausoleo che gli è stato dedicato nel cimitero di Santa Ifigenia a Santiago de Cuba (accanto al quale è sepolto Fidel Castro) è costruito in modo che in certe ore del giorno da un lucernario filtri la luce e i raggi solari si riflettano sull’urna che ne contiene i resti.
Martì fu rivoluzionario ma non socialista e tantomeno comunista, anche se rimane il padre nobile e il simbolo più evocato della Cuba castrista insieme a Che Guevara. Fu massone e, contrariamente al suo coevo Karl Marx che predicava il conflitto sociale, auspicava la collaborazione pacifica tra le classi, puntando all’eliminazione della dominazione di pochi su molti con un’affrancazione da raggiungersi in primis con la cultura e non solo con la lotta armata: “non c’è libertà senza istruzione” era una delle sue massime.
Nelle schematizzazioni storiografiche è catalogato dunque come un leader di sinistra.
Ma quello slogan, cara al sol, faccia al sole, è diventato più tardi anche il titolo dell’inno del partito fascista spagnolo, scritto nel 1935 da vari esponenti del movimento falangista, continuando nel tempo ad essere molto amato dai nostalgici franchisti.
Il primo verso del canto recita: “Faccia al sole, con la camicia nuova / che tu ricamasti in rosso ieri / mi troverà la morte se mi porta via / e non ti rivedrò”.
Sguardo al sole e morte. Due temi ricorrenti in entrambe le composizioni ma con un’impronta ideologica opposta.
La stessa che, con le dovute proporzioni, sembra animare il confronto politico reatino a proposito della messa in sicurezza delle finanze del Comune capoluogo. Senza la morte (Dio ce ne scampi) eppur con tante facce.