Dove ci portano i nostri passi lenti, durante questo mese di dicembre? Certo ci conducono ogni giorno più vicini al Natale, che suggellerà l’anno con una promessa di pace e di buona volontà. Promette bene, il mese che inizia con una giusta pausa dal lavoro grazie alla ricorrenza della solennità della patrona Santa Barbara, prosegue con la sequenza inaugurata dalla festività dell’Immacolata Concezione per culminare, appunto, nelle allegre giornate del Natale. Sta a noi godere di questi giorni cogliendo le occasioni del calendario, onorando gli appuntamenti dell’anno liturgico, approfittando dell’offerta culturale che enti ed associazioni mettono a punto per risvegliare dal suo torpore questa nostra città. Anche stavolta cercheremmo invano lungo le strade gli odori e le atmosfere dei Natali di un tempo, il fumo secco dei camini, l’intenso aroma dei mandarini, il suono delle zampogne: se pure questi elementi fossero ancora gli stessi, siamo noi ad essere cambiati, irreversibilmente e non in meglio, almeno sotto l’aspetto anagrafico. Un anno di più, e siamo più o meno impercettibilmente invecchiati, disillusi, induriti nei sentimenti e nei risentimenti. Potrebbe essere giusto questo, il momento per riflettere ed impegnarci a sciogliere i nodi che vincolano i nostri gesti, goccia a goccia ridare acqua al suolo inaridito su cui fondiamo un giorno dopo l’altro le nostre azioni, tanto monotone da rischiare di diventare meccaniche e vuote di significato.
Orientiamo, dunque, i nostri passi verso una direzione capace di aprire una prospettiva sempre nuova, benché tanto antica.
Una stella cometa brilla dalla fine di ottobre sul fornice esterno del vestibolo del palazzo papale, spazio ideale per la rassegna dei presepi destinata a rammentare al mondo che la nostra città, la nostra terra è stata culla per la rappresentazione della Natività.
Per quanto disincantati, lasciamoci attrarre anche noi dall’ antico, inesausto messaggio della stella che un tempo guidò i sapienti magi dalle remote terre d’Oriente fino all’umile capanna in cui era nato al mondo il Salvatore.
Ora la stella è stata accesa dagli uomini e dalle donne che prestano il loro servizio generoso associati nella Confraternita della Misericordia, e invita tutti noi a varcare la soglia di quell’ambiente vasto e suggestivo, sotto le austere volte a crociera che dall’ultimo quarto del Duecento sostengono la sala delle udienze dove Niccolò IV e Bonifacio VIII ricevettero le ambascerie di re e di imperatori, al tramonto dell’età medievale.
San Francesco, che pure frequentò a lungo papa Onorio III quando fu a Rieti con la sua curia cardinalizia, non conobbe la maestosità di questo luogo, ma ci piace pensarlo raccolto in preghiera, nella penombra mistica della cripta, mentre ancora fervevano i lavori del cantiere della basilica superiore, consacrata solennemente proprio dal pontefice il 9 settembre 1225, quando il Santo era ancora in vita, ospite dell’eremo di Fonte Colombo.
Questa memoria c’insegni a rinnovare la speranza, a riconciliarci con noi stessi e con il prossimo, per scambiarci anche attraverso le pagine di Format un sincero, autentico augurio di buon Natale.