"Sarebbero state interessanti da parte dell’Assessore Regionale alla Sanità, candidato di Calenda e PD a Presidente della Regione Lazio alcune parole chiare sullo stato di sfascio della sanità reatina, in particolare dell’ospedale di Rieti - osserva Sinistra Italiana - E magari ascoltare anche qualche assunzione di responsabilità da parte sua.
Ma niente di tutto ciò è avvenuto nel suo passaggio fugace in città con qualche candidato e poi via. Vogliamo ricordare a D’Amato che l’ospedale di Rieti versa in condizioni pessime, non come struttura, ma per la cura dei malati. Basta fare un giro al pronto soccorso e ci si rende conto del disagio e della sofferenza che devono sopportare i reatini che vi si rivolgono. Le file d’attesa per le visite specialistiche sempre più lunghe, pertanto chi ha i soldi si rivolge alle strutture private, mentre chi non può farlo purtroppo incrocia le dita sperando nella sorte. Tutto questo genera una fortissima richiesta di prestazioni in altri ospedali di altre città e regioni, con relativo aumento della mobilità passiva per la sanità reatina. A nulla valgono gli sforzi giornalieri del personale, medico e paramedico per tappare le falle di una gestione fallimentare dell’Assessore alla Sanità D’Amato. Purtroppo dopo le gestioni Storace e Polverini che hanno prodotto debiti e malasanità la situazione non è cambiata con questo Assessore, che dovrebbe ammettere il suo fallimento e le sue responsabilità, e invece si candida alla Presidenza della Regione. Ci dispiace dover registrare che sembra quasi che fallimento sia fattore determinante e di premio per Calenda, i Renziani e il PD laziale. Riteniamo che forse più che alla Sala dei Cordari qualcuno doveva portarlo al pronto soccorso per spiegare ai reatini le sue mirabolanti politiche sanitarie, perché francamente nessuno sul nostro territorio le ha viste e capite."