di Massimo Palozzi - Sono trascorsi tre anni da quando ha cominciato a circolare l’idea di un sottopasso in viale Maraini, finanziato con fondi europei nell’ambito del piano di Ferrovie per l’eliminazione dei passaggi a livello. Il progetto di massima interessa un tratto di quasi 200 metri, una settantina dei quali per la rampa interrata a due corsie, dall’ingresso laterale del Marconi all’altezza dell’asilo.
Secondo i favorevoli, Comune in testa, è la formula perfetta per ovviare alle ripetute chiusure delle sbarre (nei giorni feriali transitano 26 treni, causando circa tre ore di blocco del traffico). Il tutto senza minare la stabilità degli edifici, modificare i marciapiedi e intaccare gli alberi.
Replicano i contrari paventando conseguenze sulla tenuta dei palazzi e sulle radici dei platani, oltre ai disagi dello scavo la cui durata è stimata in un anno. Questo sulla carta. Del sottopasso di viale Maraini non si è infatti parlato più per mesi, nonostante qualcuno avesse addirittura invocato un referendum popolare. Oggi è tornato alla ribalta dopo la tappa del Giro d’Italia di ciclismo fermata al passaggio a livello di Villa Reatina e la ripresa dei contatti tra Comune e Rfi, che hanno però subito scatenato la reazione avversa di un cartello trasversale di politici, sindacati e commercianti. Chissà come finirà.