a cura di Ileana TOZZI

Agosto 2021

STRADA FACENDO

DALLA PESTE AL COVID…

...sotto la protezione della Beata Colomba

città

di Ileana Tozzi - Ripercorriamo le antiche strade con uno spirito nuovo: la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca mi riconduce nel chiostro della beata Colomba, dove con piacere incontro persone che approfittano dell’attesa per guardarsi intorno con legittima curiosità. E la domanda è sempre la stessa: ma non siamo in caserma? Cosa c’è stato, prima del presidio militare e della scuola NBC, dietro queste solide mura? E con piacere ricordo ai lettori di Format la storia remota e recente di questi luoghi dell’anima, ai margini della rupe su cui sorgeva la città antica, lambiti un tempo dalle placide acque della cavatella, il braccio artificiale del Velino che sigillava a meridione l’impianto difensivo delle mura. 

Doveva essere tutta un cantiere, alla metà del Duecento, la città di Rieti scelta dai papi come residenza per presidiare i confini del Patrimonio di San Pietro quando frate Martino da Perugia insieme con uno sparuto gruppetto di compagni provvide a fondare l’insediamento dei Predicatori nei pressi della chiesa dei SS. Apostoli, posseduta per metà dai Domenicani di San Sisto. 

Le consorelle del Secondo Ordine vivevano già extra mœnia a Fondiano, ai margini della piana, fin dal tempo in cui papa Gregorio IX aveva canonizzato proprio a Rieti il fondatore Domenico di Guzman. 

La comunità dei Domenicani si radicò in città dandovi buoni frutti: fiorirono le vocazioni, vi si formarono dotti teologi e illustri predicatori, ma l’esempio più alto dell’esperienza di vita religiosa venne da una giovane terziaria che all’alba dell’età moderna intraprese il proprio cammino di fede tra Rieti e Perugia, dove contribuì alla riforma delle comunità femminili, si qualificò come moralizzatrice dei costumi, consigliera politica dei potenti Baglioni signori della città, intrattenne rapporti significativi con Alessandro VI e con i suoi figli Cesare e Lucrezia Borgia.

La beata Colomba da Rieti morì il 20 maggio 1501, a 34 anni di età, consumata dai digiuni e dalle conseguenze della peste che aveva contribuito a debellare anni prima, aprendo le porte del suo monastero per accogliere e curare i malati. Negli anni ’20 del XVII secolo, intrapreso da papa Urbano VIII il processo di canonizzazione che si sarebbe concluso il 25 febbraio 1625, la comunità domenicana reatina in accordo con le autorità civili promosse la decorazione delle lunette del chiostro nuovo del convento di San Domenico raffigurandovi le Storie della beata Colomba. Collaborarono all’impresa i migliori artisti presenti al tempo in città, da Giovanni Altobelli a Lattanzio Niccoli, fino a Vincenzo Manenti che realizzò la maggior parte delle immagini ispirate alla Legenda volgare del domenicano Sebastiano Angeli.

Dopo le soppressioni postunitarie, il convento domenicano fu occupato dal Regio Esercito. 

Nel corso del XX secolo, i militari si sono rivelati eccellenti custodi delle memorie domenicane reatine, che oggi ammiriamo stupiti in attesa della vaccinazione.

condividi su: