Di Matilde Fallerini - A Rieti ogni anno in occasione della festività di Sant’Antonio Abate, si svolge la tradizionale sfilata dei cavalli infiocchettati. È una festa che ha origini nel passato, quella che si svolge oggi è solo il simbolo di una tradizione molto antica, risalente al medioevo, con lo svolgimento del Palio, istituito dalle autorità civili e religiose in occasione delle festività dell’Assunta e di Santa Maria Maddalena. Il 17 gennaio si usava portare a benedire gli animali, soprattutto quelli della tradizione contadina, nella chiesa di Sant’Antonio Abate nel rione Porta Conca. Da documenti antichi si evince che fin dal XVII secolo, il 17 gennaio si usava celebrare una messa nella chiesa di Sant’Antonio Abate, retta insieme all’Ospedale annesso, dalla Compagnia del Sacramento. In questa occasione i contadini, i cocchieri e i mugnai portavano offerte “in cera” e fastosamente recavano, come tradizione, a benedire i cavalli. Nell’800 dopo la benedizione, ogni proprietario, sfilava cavalcando il proprio animale bardato a festa, per le vie della città. I nobili si facevano precedere da uno o più valletti con ceri dipinti a mano, tutta la città partecipava all’evento, affollando balconi e terrazzi. Con il passare del tempo, l’elemento esclusivamente religioso trasmesso nel medioevo, si lasciò da parte per far posto all’aspetto più popolare e giocoso. Il consiglio comunale decise di organizzare negli ultimi otto giorni del Carnevale, la Corsa dei Cavalli Berberi o Carriera a Vuoto, la corsa iniziava al principio di via del Corso (via T. Varrone), i cavalli correvano senza fantino, stimolati da grossi pungiglioni legati sotto la pancia e venivano “ripresi” in via della Ripresa ( da qui il nome della via). Questi giochi proseguirono per tutto l’800, fino al divieto governativo del 1914, perché considerati troppo cruenti. Nei primi del’900 per non dimenticare le feste che si facevano nel Carnevale, iniziò la tradizione della sfilata dei cavalli infiocchettati. Questa festa di Sant’Antonio Abate che in principio si svolgeva nel rione Porta Conca, fu spostata nel rione Porta d’Arci, con la benedizione degli animali nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, quartiere-regno dei Baccani e dei Rubbacore possessori di carri e numerosi cavalli. Nei primi anni del’900, uno dei mestieri principali di Rieti era quello dei carrettieri e quelli per eccellenza erano “ Pietro dde Rubbacore” e “ Pizzabiocca lu Baccanu”, personaggi tipici della città, che per generazioni hanno svolto questo mestiere e per tradizione, i loro discendenti con i loro cavalli, furono protagonisti della Festa dei cavalli infiocchettati, da ricordare Dario Travaglini o meglio Dario dde Rubbacore, che per l’occasione si vestiva a festa, con sfarzo perché doveva rappresentare l’aristocrazia popolare: abito scuro, bombetta, fiocco e coccarda, un personaggio della Rieti di un tempo, che partecipò alle sfilate fino al 1993.
1) foto - chiesa di Sant'Antonio abate, primi del '900
2) foto - Dario dde Rubbacore
3) foto - Chiesa della Madonna del Suffragio