a cura di Ileana TOZZI

Novembre 2023

STRADA FACENDO

CLARISSE IN VALLE SANTA

storia, storie

di Ileana Tozzi - Gli amici di Facebook e Instagram conoscono ormai le Sorelle Povere di Santa Chiara in Valle Santa, avvicendatesi dalla comunità dei Cappuccini al rientro a Rieti dopo le avversità del terremoto del 2016.

La comunità delle Clarisse in Valle Santa è presente fraternamente con la comunità virtuale del suo blog.

Da secoli, la comunità dei Cappuccini è parte integrante di Colle San Mauro ma, in realtà, nel sito attuale si avvicendarono nei secoli svariate presenze.

Nel secondo secolo dell’era cristiana, i fedeli seppellirono le spoglie del martire San Marone, compagno di San Vittorino. Intorno all’anno mille, si avvicendarono un romitorio, poi una chiesa rurale dipendente dal Capitolo che si celebrava processionalmente da porta d’Arce. Intanto nel 1534 il Comune di Rieti acconsentì la fondazione di una comunità cappuccina approvata nel 1528 da papa Clemente VII.

Mentre Onorio Fascianelli, Antonio Alemanni e Valentino Pennicchi furono incaricati di raccogliere i fondi necessari alla costruzione di un convento per la nuova Congregazione, già nel 1540 i Cappuccini furono temporaneamente a risiedere presso il colle dell’Annunziata, dove un tempo aveva risieduto il santo Eremitano Giovanni il Semplice (+ 1347).

Nel 1578 il nuovo edificio sacro fu solennemente consacrato dal vescovo Giulio Cesare Segni il 23 novembre del 1586 con il titolo antico di San Marone a cui si aggiunse quello di San Bonaventura. La presenza della comunità dei Cappuccini non ostacolò nel corso dei secoli lo sfruttamento agrario del colle, che la vicinanza alla città, la felice esposizione e l’abbondanza di acque rendevano particolarmente appetibile per i possidenti della buona borghesia e dell’aristocrazia locale. Nel 1782 il tomo secondo Contrada Porta d’Arci del Catasto di Rieti enumerava gli appezzamenti di terreno, tra la strada pubblica ed il carreggio, assegnati in Vocabolo Monte di San Mauro per complessivi settanta ettari: trenta di arativo alberato, sei di arativo nudo, dieci di oliveto e sette ettari olivato giovane, dodici di sodivo sterpato, mezzo ettaro di castagneto, mezzo di alberato definito pessimo, forse per la natura impervia del lotto. Alcuni dei lotti coltivati arrivavano fino al «muro de RR. PP. Cappuccini» o alla «clausura de PP. Cappuccini». Il marchese Antonio Potenziani riuscì ad assommare nelle sue mani all’incirca venti ettari di queste proprietà, in massima parte coltivati.

Dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’60 del Novecento, la comunità dei Cappuccini fu generosamente sostenuta dai Potenziani.

Ora, dunque, a Colle San Mauro l’avvicendamento delle Clarisse dimostra la vitalità dell’Ordine dei Frati Minori.

da Format sett-ott '23

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