di Roberto Guidobaldi - Una tragica notizia ha scarabocchiato il pentagramma. Andrea Salini giovane rocker della nostra provincia, è deceduto, sembra, stroncato da un malore. Solo 44 anni per lui quasi tutti in musica per diletto, prima, e per vivere e per vita, dopo. Il lupo del rock. Così era chiamato un po' per le sue origini legate al Cicolano, ed un po' per il suo carattere, apparentemente indipendente, solitario, crudo e puro. La chitarra il suo strumento. La voce per raccontarla. Una voce roca, profonda, segnata, che descriveva il suo animo, la sua ricerca del vero, dell'essenziale, del concreto senza fronzoli ed orpelli. Direi crudo nel suo mostrarsi, delicato nel suo nascondersi. Credeva nella musica nella sua forza e la vedeva come un mezzo per esprimere ciò, che in altri modi, aveva pudore nel mostrare. Lui con la chitarra in mano era una cosa, senza era un'altra. Vere, persone vere, ma diverse. Estroverso, sicuro,baldanzoso nell'esprimersi con quelle sei corde tra le dita. Più riservato e delicato ed imbarazzato se lo incontravi nella normale quotidianità. Stava cercando una strada nella musica e l'aveva ampliamente trovata raggiungendo notevoli successi, non solo in campo nazionale. Stava cavalcando il difficile percorso del successo musicale con il suo quarto album Roses che era il sunto dei suoi ultimi 11 anni di cambiamenti, studi, pensieri, oggi interrotti da ciò che ingiustamente prende, senza logiche, le sue vittime. E non usiamo frasi di circostanza: noi il Lupo del Rock lo avremmo voluto ancora qui.
08_11_21