Serietà vo cercando
La diversità, anche radicale, di opinioni è il sale della democrazia ma quello che sta avvenendo intorno ai conti del Comune di Rieti va ben oltre le legittime interpretazioni dissonanti.
Appena il giorno prima delle elezioni, l’assessore al Bilancio Sonia Cascioli ha diffuso un comunicato al vetriolo per informare la cittadinanza di un enorme buco nei conti comunali che sarebbe stato tenuto nascosto dalla precedente amministrazione di centrosinistra la quale, al contrario, ha sempre vantato i risultati del risanamento conquistato dopo cinque anni di gestione rigorosa delle finanze dell’ente. Un rigore pagato a caro prezzo, posto che è innegabile che uno degli elementi che hanno contributo alla mancata riconferma come sindaco di Simone Petrangeli sono state proprio le politiche di austerità sul lato dei conti pubblici.
La notizia è chiaramente deflagrata sia sul piano politico (perché potenzialmente in grado di sbugiardare la virutosità sempre sbandierata dal centrosinistra al governo della Città) sia, soprattutto, sul piano sostanziale, in quanto potrebbe significare un nuovo riaffacciarsi dello stato di dissesto.
Rispondeva pertanto a stretto giro Paolo Bigliocchi, predecessore di Cascioli, accusando quest’ultima in buona sostanza di non saper leggere i bilanci e di non conoscere né le procedure né il vero stato dei conti comunali, con riguardo soprattutto ai provvedimenti presi e spalmati nel tempo per rientrare dai debiti contratti dalle precedenti giunte di centrodestra.
A questo punto, uno dei due mente sul reale stato dei conti o (cosa forse ancor peggiore) non sa di cosa parla. Comunque sia, inquieta sapere che i Reatini sono affidati ad amministratori la cui parola non è automaticamente degna di fiducia.
Camera alla reatina
La pazza legge elettorale nota con il comico nome di “Rosatellum”, che ha regalato un parlamento ingovernabile, un pregio ce l’ha comunqe avuto. Per la prima volta nella storia, Rieti esprime infatti ben quattro deputati di altrettante formazioni politiche, di cui tre direttamente eletti nel territorio (Fabio Melilli per il Pd, Paolo Trancassini per Fratelli d’Italia e Gabriele Lorenzoni per il Movimento 5 Stelle) e uno, Alessandro Fusacchia, nella circroscrizione estero in quota Bonino (+Europa).
Se questa ampia rappresentanza trasversale servirà a fare il bene di Rieti lo vedremo nel prossimo futuro.
Considerata la farraginosità dello scenario politico c’e da farci poco affidamento, ma sperare non costa nulla. O meglio, non costerebbe nulla se non fosse che la speranza, come dicevano i latini in ricordo di un antico mito greco, è l’ultima dea che rimane a confortare gli uomini dopo che tutti gli altri hanno lasciato la terra abbandonandoli al loro destino.
Zingarate zingarettiane
Nicola Zingaretti è stato confermato per il rotto della cuffia presidente della Regione Lazio. Da quando c’è l’elezione diretta è la prima volta che accade, merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) dell’apporto decisivo che la provincia di Rieti ha fornito al governatore uscente, che ha invece perso in tutti gli altri territori ad esclusione di quello romano.
Essendo senza maggioranza (a dimostrazione che anche una legge elettorale maggioritaria con premio di maggioranza non garantisce in assoluto la governabilità) Zingaretti sta faticosamente componendo la sua nuova giunta, nella quale potrebbe non entrare nemmeno un rappresentante reatino. Un paradosso inaccettabile, tenuto conto degli esiti elettorali e del fatto che nella scorsa consiliatura Fabio Refrigeri era assessore con deleghe pesanti.
Non sarà mica che sarebbe convenuto ai Reatini far perdere il riconfermato governatore?