(di Massimo Palozzi) L’approvazione dell’emendamento al Decreto Semplificazioni sullo sviluppo dell’idrogeno come propellente è stata rilanciata con particolare enfasi a Rieti. Il motivo è che la nostra città potrebbe cogliere l’occasione per candidarsi a guidare la transizione ecologica a livello nazionale, considerando che proprio qui ha sede un’innovativa società impegnata su questi temi. A luglio la Cinque International ha partecipato allo sviluppo di un progetto di treni a idrogeno sulla tratta Terni-Rieti-Sulmona e al contempo ha avuto modo di farsi conoscere a livello istituzionale attraverso la serie di audizioni che la Regione Lazio sta conducendo proprio sul fronte delle energie pulite e del Green New Deal marchiato Ue.
L’idea che tutto questo potrebbe fare da pioniere a un nuovo sviluppo industriale del Reatino è ambiziosa ma non impraticabile, nonostante le tante perplessità che gli esperti del settore hanno manifestato sia sul piano tecnico sia su quello della stessa sostenibilità ambientale. Del resto, i mezzi di trasporto innovativi sono già una realtà. In Olanda a marzo sono stati effettuati i test per un treno regionale a idrogeno e anche se Trenitalia ha appena presentato al Senato un piano per l’elettrificazione della rete ferroviaria che dovrebbe comprendere proprio la linea Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona, il futuro appare davvero tutto da scrivere.
Un tale avveniristico scenario contrasta tuttavia con lo stato delle cose. Cura del verde, manutenzione di caditoie, scoli e fossi, asfalto malmesso e disattenzioni varie sono la fotografia di un’ordinaria amministrazione il cui registro si attesta su valori minimi. Un piccolo esempio è illuminante: a giugno il Rotary Club ha finanziato il restaurato della fontanella di piazza Oberdan, ma l’acqua è rimasta nelle vasche a ristagnare, diventando ricettacolo di sporcizia e asilo sicuro per le uova e le larve di zanzara. In sé è una minuzia, ma indicativa dell’approccio gestionale nella cura del territorio.
ALTA POLITICA VS ORDINARIA AMMINISTRAZIONE

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