(di Fabrizio Tomassoni) Il 20 agosto 1937 nasceva a Rieti...jò a lu Burò, ALBERTO TOMASSONI, uno dei giocatori più amati e popolari della storia del calcio reatino. Figlio di Tomassino (giocatore del Victoria Rieti tra il il 1927 e il 1931, massaggiatore nella Vaccarezza Rieti di Serie B, dirigente accompagnatore e factotum con Sabatino Iacoboni nella nuova SS Rieti 1951) e fratello di Tonino (mediano che scrisse pagine importanti a Trapani, Parma, Ascoli, L'Aquila), TOM era cresciuto, insieme a Nunzio Rucci (più giovane di lui) nell'Olympia del Marchese Ferdinando Vecchiarelli e nel 1961 approdò in maglia amarantoceleste. Di lui si è detto e scritto di tutto: certo è che quella maglia numero 10 non poteva trovare migliore collocazione se non sulle spalle di Alberto. Il suo sinistro era di una potenza devastante, guidato da una intelligenza e visione di gioco altrettanto importanti. Basti ripensare al capolavoro nella gara di andata a Formia, spareggio per l'accesso alla IV Serie. Dopo un micidiale pestone alla caviglia sinistra, risolto da Costanzo Campogiani con l'immersione del piede in un secchio di acqua gelata, Alberto non solo riprese la partita ma verso la mezz'ora di gioco, con il Rieti sotto di un gol, ricevuta la palla ai trenta metri da Giggi Marchitelli si girò d'istinto e con un sinistro di rara potenza e precisione infilò la rete del Formia, inchiodando la partita sull'1-1 finale che a Rieti, sette giorni dopo, permise l'apoteosi di quel 3-1 che significò il ritorno in IV Serie. Alberto, certo, fu genio e sregolatezza: lasciò Rieti più volte per andarsene all'Atac Roma, al Gubbio, a Formia, alla Narnese, al Todi, ma poi...tornava a Rieti. E solo la corazzata Mancini Civitavecchia, guidata da Roberto Melchiorri, piegò nel 1969 70 le velleità del Rieti di Alberici, ma anche di Alberto e Nunzio Rucci, per la promozione in D. L'anno dopo si trasferì a Palombara Sabina, allenatore-giocatore: e per tre anni, insieme con il fratello Tonino, con Lillo Galassini, Tulli, Naclerio, Carrus, Santolamazza, Cernuto ed altri fece vedere un bel calcio e mise paura a molte compagini laziali, battendo 3-0 il Rieti di Piacentini sul campo "Torlonia". Il dopo fu un ritiro pressochè definitivo, nonostante una disperata chiamata al capezzale della sua SC Rieti nei primi anni 80, conclusasi dopo sette giornate con le dimissioni. Insomma, Alberto Tomassoni meritò davvero di essere amato dai suoi tifosi di Rieti, perchè - soleva ripetere - "quella maglia amarantoceleste per me era un qualcosa di sacro". Se ne andò il 16 gennaio 2021, in silenzio, ritrovando il suo papà e Tonino, l'amato fratello, per un'ultima partita...sempre per i colori della sua Rieti.
ALBERTO TOMASSONI, IL RICORDO DI UNO DEI CALCIATORI REATINI PIÙ AMATI
