C’è una notte che ogni studente italiano ricorda come un passaggio di confine tra adolescenza e maturità. Non è la notte di Capodanno, né quella di una vacanza indimenticabile. È la notte prima degli esami. Un misto di ansia, speranza, caffè e fotocopie sgualcite, capace di unire generazioni diverse con lo stesso battito accelerato.
La maturità non è solo un esame: è una vera e propria prova di iniziazione. Si passa dal mondo della scuola, con le sue certezze e abitudini, a quello ignoto degli adulti. La notte prima degli esami diventa il momento in cui tutto si sospende: il tempo sembra dilatarsi, i libri si confondono, le paure diventano mostri o motivazioni.
C’è chi ripassa all’infinito, chi ascolta musica con le cuffiette per trovare la calma, chi scrive pensieri su un quaderno come se fosse un diario segreto. E c’è chi, semplicemente, guarda il soffitto cercando di capire cosa sarà domani.
Nel 1984 Antonello Venditti scrive Notte prima degli esami, una ballata che ha superato ogni moda, diventando la colonna sonora ufficiale dell’ansia da maturità. La sua voce roca canta di un amore giovane, delle sigarette nascoste e del desiderio di cambiare il mondo. Non parla direttamente degli esami, ma evoca perfettamente quello stato d’animo sospeso, quell’emozione di chi è “quasi grande”.
“E la matematica non sarà mai il mio mestiere” è diventata una frase-meme, ripetuta ogni giugno da chi ha sudato sui libri di algebra.
Nel 2006, il regista Fausto Brizzi porta al cinema “Notte prima degli esami”, una commedia ambientata negli anni ’80 che racconta proprio quei giorni frenetici prima della maturità. Il film è un successo clamoroso, perché riesce a fondere nostalgia, ironia e sincerità, conquistando tutti.
Da quel momento, la “notte prima” non è più solo un fatto privato, ma un pezzo di cultura pop, con playlist Spotify dedicate, post malinconici su Instagram e video virali su TikTok.
La notte prima degli esami è universale: che tu abbia 18 anni nel 1984 o nel 2025, che tu stia per affrontare una traccia di italiano o una simulazione in realtà aumentata, quella sensazione è sempre la stessa.
È la notte del “prima”: prima del giudizio, prima del salto, prima del futuro.
Ed è proprio per questo che, anche anni dopo, ci sorprenderemo a pensarci con un sorriso. Forse eravamo spaventati, forse ci sentivamo soli. Ma stavamo diventando grandi.
Buona notte prima degli esami a tutti.
Che sia piena di sogni, brividi e un po’ di poesia.
E ricordate: non sarà una traccia a decidere chi siete.
(I temi più attesi per la Prima Prova (Italiano) di domani, 18 giugno 2025? Li avrete sicuramente già scovati in rete!)