Nella splendida cornice della Chiesa di San Domenico, uno dei luoghi più affascinanti e carichi di spiritualità del territorio reatino, si è tenuto un concerto che ha lasciato il segno nel cuore del pubblico.
Dopo il successo travolgente del precedente appuntamento con “Le Otto Stagioni”, è stata la volta della Sinfonia n. 2 “Lobgesang” op. 52 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, un’opera potente e intensa che ha riempito ogni angolo della chiesa con la sua forza evocativa.
La “Lobgesang”, che significa “Canto di lode”, è molto più di una sinfonia: è un inno alla luce, alla speranza e alla conoscenza. Mendelssohn ha creato una partitura che fonde perfettamente la tradizione della musica sacra con lo spirito romantico del suo tempo.
Un lavoro grandioso per soli, coro, orchestra e organo, dove si alternano momenti solenni a passaggi più intimi, sempre attraversati da una profonda spiritualità. Non solo una grande opera musicale, ma anche un messaggio universale di fede, cultura e progresso.
L’evento, a ingresso libero, è stato reso possibile grazie all’impegno congiunto di due realtà associative del territorio: l’Associazione Arte del Suono di Rocca Sinibalda, da tempo attiva nella promozione musicale e nella formazione giovanile, e l’Associazione XI Canto, che cura il Cantalice ARTEM Festival, rassegna culturale che porta musica e arte in contesti unici e suggestivi. La sinergia tra le due ha dato vita a una collaborazione solida e concreta, che dimostra come le energie locali, quando si uniscono, possano dare vita a progetti culturali di alto profilo.
Ma non finisce qui. Il concerto è parte di un progetto più ampio: si tratta infatti di una produzione dell’Accademia Hermans per la Fondazione Federica e Brunello Cucinelli, all’interno di una rassegna che comprende quattro appuntamenti in luoghi simbolici della cultura italiana: Macerata, Rieti, Roma e Solomeo (PG). Questo era il secondo evento in programma, e la qualità dell’esecuzione e la partecipazione del pubblico fanno ben sperare anche per i prossimi appuntamenti.
L’Accademia Hermans, diretta da Fabio Ciofini, è una realtà ormai consolidata a livello internazionale nel panorama della musica antica, con collaborazioni importanti e una ricca discografia. La sua presenza in questo progetto rappresenta un ponte tra eccellenza artistica e impegno territoriale, tra esperienza e visione.
La direzione artistica dell’intera iniziativa è stata affidata a Matteo Di Giuliani, giovane sassofonista con una solida formazione anche nel campo del management culturale, che ha saputo guidare con passione e competenza questa iniziativa corale, valorizzando al meglio le energie in campo.
E proprio questo equilibrio tra la qualità altissima dell’esecuzione musicale e il forte radicamento nel territorio ha fatto sì che la serata si trasformasse in qualcosa di più di un semplice evento musicale: un momento vivo di condivisione e partecipazione, capace di restituire alla musica il suo ruolo più autentico: quello di creare comunità, bellezza e memoria.
Foto di Filippo M. Gianfelice