Bilancio previsionale e ponte sul Turano, via libera con qualche riserva

4/05/2025 | Il domenicale, Notizie in evidenza

di Massimo Palozzi

Lunedì il Consiglio comunale di Rieti ha approvato un importante pacchetto di provvedimenti di natura economico-finanziaria comprendente il Documento unico di programmazione (Dup) 2025/2027, il Bilancio di previsione 2025/2027, le tariffe della Tari 2025 e il riconoscimento di debiti fuori bilancio. Si conclude così la querelle aperta qualche settimana fa dall’opposizione con la richiesta al prefetto di scioglimento del Consiglio comunale per il mancato rispetto del termine del 28 febbraio.

“Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione del Bilancio previsionale e del Dup grazie alla compattezza del centrodestra che, al netto di qualche astensione, dimostra che la colonna portante dei gruppi e dei partiti è ben solida e capace di ben operare per la comunità reatina”. Con queste parole la maggioranza ha salutato il varo dei provvedimenti, mentre l’assessore Andrea Sebastiani ha voluto sottolineare l’importanza del “risultato ottenuto con il Bilancio che contiene significative novità. Tra le principali, la riduzione della Tari per le utenze non domestiche e lo scongiurato aumento della tariffa per le utenze domestiche e la valorizzazione del patrimonio immobiliare attraverso interventi di recupero come nel caso dei locali di Case San Benedetto e San Giovanni Reatino. Altro risultato da sottolineare è l’aumento dei fondi per la videosorveglianza che sarà quindi potenziata anche in alcune zone della città attualmente meno coperte”.

Sul piano politico l’approvazione ha lasciato dietro di sé alcuni strascichi. Secondo i gruppi di centrosinistra “il voto finale ha sancito di fatto la fine della maggioranza che è uscita dalle elezioni. L’approvazione del documento con 19 voti favorevoli tiene infatti conto dell’apporto di due consiglieri che provengono dall’opposizione, senza i quali non ci sarebbe stata”. Il riferimento è a Franco Evangelista, eletto nel 2022 con il Terzo Polo che appoggiava il candidato sindaco Carlo Ubertini, e ad Alessio Angelucci, entrato in Consiglio con la lista Si Può, collegata al candidato sindaco Simone Petrangeli.

A questo va aggiunta l’astensione dei quattro consiglieri della Federazione di centrodestra formata dal consigliere Antonio Emili di Io ci Sto e dai tre fuoriusciti di FdI (il presidente del Consiglio comunale Claudio Valentini, Emiliana Guadagnoli e Roberto Carlucci) che cinque mesi fa hanno costituito il gruppo Fratelli di Rieti contro l’autoreferenzialità del sindaco Sinibaldi e la gestione del partito a livello locale.

In effetti lo strappo è profondo, anche se i primi giudizi delle altre formazioni di maggioranza suonano piuttosto ambigui, prestandosi a interpretazioni diverse.  Parlando di “compattezza al netto di qualche astensione”, Noi Moderati, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Rete Civica per Sinibaldi, hanno lasciato infatti trasparire una certa sufficienza verso i ribelli, il cui ruolo appare relegato a una sostanziale irrilevante marginalità. A una lettura meno radicale si potrebbe invece cogliere un piccolo segnale di apertura, se non proprio di rappacificazione, in grado di agevolare l’attività dei pontieri, vista l’assenza di dichiarazioni di rottura netta. Sicuramente conciliante è stato il commento dell’assessore Sebastiani, mostratosi più deluso che arrabbiato: “Non nascondo il dispiacere personale per l’astensione, a mio avviso poco comprensibile, del gruppo di Fratelli di Rieti visto che proprio nelle settimane scorse insieme al presidente del Consiglio comunale Claudio Valentini avevamo condiviso diversi passaggi chiave che hanno portato alla riduzione della Tari”.

Il calo della tassa sui rifiuti e soprattutto il salvataggio dal dissesto finanziario, nel solco del piano di riequilibrio da poco approvato dalla Corte dei Conti, sono i due mantra che ricorrono nelle dichiarazioni della maggioranza a difesa di un provvedimento dagli orizzonti invece piuttosto limitati. Come ammesso dallo stesso Sebastiani, il “bilancio che abbiamo redatto è un documento efficace, concreto ma prudente”, dunque di portata modesta stante la precarietà delle casse municipali.

I vantaggi relativi alla Tari escludono del resto le famiglie che, al massimo, non dovranno sopportare gli ulteriori aumenti decisi nel recente passato, mentre il dissesto potrà essere forse scongiurato con altri dieci anni di aliquote altissime e servizi ridotti al minimo. Il dubbio è d’obbligo, alla luce del fallimento del primo piano decennale di rientro scaduto l’anno scorso, dopo la proclamazione del predissesto nel 2013 da parte della giunta Petrangeli a causa dell’indebitamento monstre ereditato dalle gestioni precedenti.

In assenza di qualche guizzo creativo, il bilancio ingessato di questi anni non ha permesso di andare oltre l’ordinaria amministrazione. I cantieri piccoli e grandi che stanno interessando la città sono in effetti il frutto di finanziamenti maturati in una stagione straordinaria successiva alla grande crisi del Covid. Ma essendo il paese che ha richiesto alla Ue la quota di prestiti più consistente per l’attuazione del Pnrr, sull’Italia ricade ora un onere piuttosto rilevante per il saldo del debito.

La vera sfida sono le prospettive di crescita associata alla pioggia di interventi. In questo contesto, dopo un anno di lavori e con un po’ di ritardo, mercoledì è stato finalmente aperto al traffico il nuovo ponte sul Turano. Il costo complessivo dell’opera realizzata da Anas per l’intero svincolo Rieti Ovest, comprensivo di due rotatorie, ammonta a 8 milioni di euro.  Malgrado si tratti di un’infrastruttura strategica, per pudore non è stato organizzato il tradizionale taglio del nastro né alcuna cerimonia ufficiale. Il lungo tempo trascorso dalla chiusura al transito ha infatti impattato pesantemente sulla circolazione e in particolare sull’economia delle aziende del comprensorio, che mercoledì hanno celebrato l’inaugurazione del nuovo ponte addirittura con i fuochi d’artificio.

 

04-05-2025

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