di Massimo Palozzi – Venerdì pomeriggio si è tenuta nella sede universitaria di Palazzo Aluffi la commemorazione di Ilaria Sula, la studentessa della Sapienza assassinata dall’ex fidanzato il 25 marzo scorso, e di Sara Campanella, la 22enne uccisa a Messina sei giorni dopo da uno spasimante respinto. Insieme a loro sono state ricordate tutte le donne vittime di violenza nel corso di un flash-mob organizzato dai rappresentanti del corso di Medicina e chirurgia del polo reatino.
Durante l’incontro, invece del classico minuto di silenzio, è stato osservato un simbolico “minuto di rumore”, seguito dal canto di Chiara Focaroli. Alla manifestazione ha voluto essere presente anche l’assessore comunale alle Politiche scolastiche e Università Letizia Rosati, con la partecipazione dei centri antiviolenza Il Nido di Ana e Angelita.
Nelle intenzioni degli organizzatori l’evento ha voluto rappresentare un’occasione di riflessione e di solidarietà verso tutte le donne che hanno subito violenza e al contempo un atto di unione e consapevolezza sul tema della violenza di genere.
All’indomani dell’uccisione di Ilaria, iscritta alla facoltà di Statistica, la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni aveva espresso il suo pensiero: “È con immenso sgomento e dolore che apprendiamo della tragica morte di Ilaria Sala, studentessa della nostra Università. Un atroce e brutale femminicidio, che ci lascia senza parole e con il cuore spezzato. Ci stringiamo alla famiglia a cui desidero far arrivare il mio abbraccio e quello di tutto l’Ateneo. Il contrasto alla violenza di genere deve coinvolgere in uno sforzo incessante tutte le istituzioni. Nel nome di Ilaria e di tutte le donne vittime di violenza, Sapienza ribadisce il suo impegno”.
Nel 2024 in Italia sono stati commessi 98 femminicidi e nonostante le campagne di sensibilizzazione, il fenomeno non accenna a diminuire. Appena un mese fa, in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo, la polizia di Stato aveva portato a Rieti il progetto “Questo non è amore”. Un camper itinerante aveva toccato vari punti della città per poi stazionare in piazza Vittorio Emanuele II e all’ingresso del centro commerciale Perseo, distribuendo materiale informativo con l’ausilio di agenti specializzati della Questura di Rieti e la collaborazione di operatori del Centro antiviolenza Angelita.
Al di là delle pur necessarie misure di prevenzione, supporto e repressione, non c’è dubbio che la questione sia culturale. Data purtroppo per scontata l’esistenza di singole personalità inclini a delinquere, è il contesto che deve promuovere i valori base di una civiltà degna di questo nome, ma soprattutto far avvertire il disvalore di comportamenti mostruosi e assolutamente inaccettabili, sanzionandoli senza giustificazioni di sorta.
Qualche giorno fa l’Assemblea dei soci della Fondazione Varrone ha integrato i propri componenti con nove ingressi che portano a 59 il numero complessivo dei suoi membri. Dei nove nuovi soci, ben otto sono donne. Pare evidente che il favore verso il genere femminile abbia orientato la scelta. In altri tempi un’infornata del genere non sarebbe stata nemmeno pensabile, a prescindere dall’ottimo curriculum che ciascuna delle nuove socie possiede. Tra loro ci sono professioniste, manager e dirigenti pubbliche che nei rispettivi campi di attività hanno raccolto risultati di eccellenza, portando sovente il nome di Rieti al di là dei confini provinciali. Nulla di regalato, insomma. Piuttosto, un canale forse solo un tantino privilegiato per recuperare un po’ di terreno allo scopo di consentire a più donne possibile di accedere a posti di rappresentatività in istituzioni importanti come la Fondazione Varrone.
Di analogo tenore è l’iniziativa appena lanciata dalla Regione Lazio attraverso DiSCo, l’Ente regionale per il Diritto allo studio e la promozione della conoscenza, che ha pubblicato un bando di concorso per l’assegnazione di venti borse di studio in favore di neolaureate nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (cosiddette STEM) per un valore complessivo di centomila euro. “Supportare l’avanzamento delle donne nelle discipline STEM è fondamentale sia per il tessuto economico che per le pari opportunità”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura, alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e della famiglia e al Servizio civile, Simona Baldassarre. “Le STEM hanno bisogno di più donne, che arricchiscano queste materie con il loro talento. Le donne hanno bisogno di più STEM per aumentare la loro partecipazione al mercato del lavoro e ottenere i lavori meglio remunerati legati all’innovazione e dunque combattere il gender gap”.
06-04-2025