Sanità, nuovo dg e vecchie sfide

30/03/2025 | Il domenicale, Notizie in evidenza, Sanità

Rinaldi Maccari Trancassini e Sinibaldi ph M. D'Alessandro001

di Massimo Palozzi – Martedì la commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio ha espresso parere favorevole alla nomina di Mauro Maccari a direttore generale della Asl di Rieti per il prossimo triennio. Si tratta sostanzialmente di una conferma, visto che Maccari ricopre da maggio 2023 la carica di commissario straordinario dell’azienda sanitaria reatina.

Le priorità nell’agenda del nuovo dg sono sostanzialmente tre: l’edilizia ospedaliera, il rafforzamento del Pronto soccorso e la riduzione delle liste d’attesa.

Per il primo punto l’attenzione è concentrata sulla localizzazione del nuovo nosocomio reatino. Lo stallo in cui si trova ormai da quattro anni dovrebbe finalmente essere superato a breve con la decisione sul sito dove dovrà essere costruito. Di ipotesi in campo ce ne sono diverse. Inizialmente era stato individuato un terreno accanto a quello dove sorge il de Lellis. Proprio le perplessità avanzate da Maccari hanno indotto Comune, Regione e Asl a rivedere i piani alla ricerca di una soluzione alternativa. Al momento le aree papabili sono quelle del Macelletto o di Fonte Cottorella, anche se non è stata ancora del tutto accantonata la zona industriale.

Da portare a compimento c’è poi l’ospedale di Amatrice. Il Grifoni è stato distrutto dal terremoto del 2016 e dopo nove anni potrebbe essere finalmente inaugurato il nuovo entro dicembre.

Sul potenziamento del Pronto soccorso, si tratta di proseguire sulla via già intrapresa con il bando per l’assunzione di personale e l’ampliamento con relativa redistribuzione degli spazi. Notoriamente il Pronto soccorso è il principale reparto di frontiera, spesso assurto agli onori delle cronache per ritardi e carenze organizzative. Non è un caso la difficoltà generalizzata nel reperire specialisti disposti a lavorare in un ambiente carico di stress e di aspettative.

Quanto infine alla riduzione delle liste d’attesa, la scorsa settimana sono stati diffusi i dati che testimoniano il miglioramento anche nel primo trimestre del 2025, con lo specifico indice per le visite specialistiche che sfiora il 100% (99,8 per l’esattezza), mentre quello relativo agli esami diagnostici raggiunge il 93%. I risultati del monitoraggio regionale sui tempi di attesa delle aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio fanno riferimento alle prestazioni ambulatoriali di primo accesso e attestano una performance della Asl reatina non solo migliore di Viterbo, Frosinone e Latina, ma anche di diverse aziende romane, a conferma di un trend in linea con gli ultimi mesi del 2024.

Per una curiosa coincidenza, la conferma di Maccari è arrivata alla vigilia del duro richiamo alle Regioni da parte dal ministro della Salute Orazio Schillaci proprio sulle liste d’attesa. Nella lettera inviata mercoledì al presidente della conferenza delle Regioni, il ministro ha fortemente stigmatizzato situazioni definite addirittura “indegne”, evidenziando come dalle ultime ispezioni dei Carabinieri del Nas, il 27% delle strutture sanitarie controllate presenti ancora irregolarità gravi. Circa i ritardi nella fissazione di visite ed esami, persistono agende chiuse arbitrariamente, liste d’attesa gonfiate, sistemi di prenotazione frammentati e pratiche opache che ostacolano l’accesso alle cure.

La scudisciata era diretta a tutti i governatori, che ovviamente non l’hanno presa bene. L’unico esempio virtuoso citato da Schillaci è stato proprio il Lazio, dove i tempi di attesa medi sono passati in due anni da 42 giorni a 9.

I dati sono dati e quindi difficilmente contestabili. Resta tuttavia qualche perplessità sulla disponibilità fulminea di prestazioni anche urgenti. A Rieti per un’operazione di cataratta la lista d’attesa è di almeno un anno e in generale il panorama non appare così roseo, nonostante gli indubbi miglioramenti già ottenuti e quelli che il nuovo ospedale e il neonato corso di laurea in Medicina potranno ulteriormente apportare.

Tra i meriti di Maccari c’è stato chi, come il consigliere comunale di maggioranza nonché noto cardiologo Franco Evangelista, ha voluto evidenziare l’aver “favorito un ambiente di lavoro sereno e produttivo per medici, infermieri e operatori sanitari. Il rafforzamento del dialogo tra reparti, l’ascolto delle esigenze del personale e l’investimento nella formazione e nelle risorse umane hanno creato un terreno ottimale per garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti”.

Quello tracciato da Evangelista è un quadretto idilliaco, dove però risulta complicato stabilire il confine tra la realtà fattuale e il gusto di rifilare una stilettata alla precedente gestione. Se davvero il clima è così tanto migliorato, non rimane che prenderne atto con soddisfazione e rinnovata fiducia nei confronti di un manager con un curriculum di assoluto rispetto, che ora ha tutti gli strumenti per essere pienamente operativo.

 

30-03-2025

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