di Massimo Palozzi – Martedì è stato riaperto al transito il tratto di via Terenzio Varrone interessato dal primo lotto degli interventi di riqualificazione stradale. Il giudizio estetico è naturalmente soggettivo. I blocchetti di porfido laterali creano un bell’effetto a contrasto con la copertura centrale in granigliato per il passaggio delle auto, ma potrebbe non rivelarsi la soluzione più comoda per pedoni, passeggini e carrozzine. Dettagli, comunque. A confronto con l’aspetto disastrato che la via ha mantenuto per decenni, è davvero un sollievo vederla rifiorire. Il tempo dirà se la scelta del doppio registro stilistico e soprattutto quella di eliminare i parcheggi saranno state le migliori possibili.
Il sindaco Daniele Sinibaldi e l’assessore ai Lavori pubblici Claudia Chiarinelli hanno salutato la riapertura con palese soddisfazione. “Iniziamo a vedere i frutti dei primi lavori avviati con i fondi Pinqua. Siamo consapevoli di qualche disagio di questo periodo di grandi opere ma i benefici, in termini di decoro, bellezza ed efficienza, dei progetti in campo saranno decisamente superiori e a guadagnarne sarà anche l’attrattività e la sicurezza di molte zone del centro storico”.
In effetti la serie di cantieri aperti o programmati ridisegnerà in maniera incisiva la fisionomia del capoluogo. Bisogna però intendersi sul concetto di decoro e sul ruolo dell’ente locale. Alcuni dei lavori esulano dalle competenze del Comune. Gli interventi sulla grande viabilità (strade e ponti) sono appannaggio dell’Anas, della Regione o del Commissario al sisma, benché in larga parte condotti in coordinamento con il municipio. Più diretta è invece l’azione sull’impiego di altri fondi come quelli del Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, previsto dal Pnrr e promosso dal ministero delle Infrastrutture per realizzare attività di edilizia sociale e rigenerazione urbana in tutta Italia. Non si tratta quindi dell’utilizzo di risorse proprie appositamente accantonate con una sana gestione. Il Comune di Rieti è anzi ancora in una fase di predissesto ereditato dalle giunte che si sono avvicendate a partire dalla fine degli anni Novanta e dalla quale non si riesce a uscire, con la conseguenza dell’imposizione di aliquote massime per i servizi erogati. Proprio venerdì è stato illustrato dal sindaco e dall’assessore al Bilancio Andrea Sebastiani il nuovo piano di riequilibrio pluriennale 2024-2033, approvato dal Consiglio comunale e da poco avallato dalla Corte dei Conti dopo il fallimento del precedente. L’ente è chiamato al recupero di oltre 17 milioni di euro, il che significa altri dieci anni di lacrime e sangue per i contribuenti reatini a dispetto di una propaganda dai toni trionfalistici non di rado eccessivi.
I soldi dei cantieri gestiti direttamente dal Comune derivano infatti dai finanziamenti comunitari ottenuti dall’allora governo Conte con un vincolo di destinazione. In questo caso l’impegno di Palazzo di Città consiste nell’incrociare la dotazione finanziaria ricevuta dall’Europa con la selezione degli interventi, all’interno di un piano strategico di individuazione delle esigenze e realizzazione degli obiettivi.
Il notevole sforzo politico e burocratico, unito alla qualità dei progetti sviluppati, non deve essere sottovalutato, ma va del pari evitata la deriva contraria. A forza di elogiare le grandi opere messe in cantiere con i soldi elargiti dallo Stato tramite la Ue, gli amministratori locali stanno infatti accumulando ritardi su vari fronti.
Il Terminillo è in agonia. Anche questa stagione invernale volge al termine chiudendo un bilancio oltremodo negativo. Più in generale è tutto il turismo che langue, nonostante le straordinarie opportunità offerte dalle ricorrenze francescane e dal Giubileo. Come riporta uno studio di Open Rieti sui dati forniti da PlayTourist, le strutture ricettive in città hanno registrato un calo delle presenze del 5,5% nei primi due mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024.
La Piana vive un profondo stato di sofferenza e riceve attenzioni solo in occasione di investimenti controversi per la natura del territorio come il parco fotovoltaico. Qualche giorno fa il presidente del locale Comitato Antonio Perotti è tornato sull’argomento denunciando per l’ennesima volta i problemi con cui i residenti si confrontano quotidianamente: “strade strette e dissestate, illuminazione pubblica pressoché inesistente, pessimo servizio di raccolta dei rifiuti urbani”.
Quanto al nuovo ospedale, resta un mistero il sito dove dovrà sorgere, mentre l’università sta ancora cercando una sua dimensione, nonostante l’enorme spinta reputazionale data dall’inaugurazione al teatro Flavio Vespasiano dell’anno accademico della Sapienza. Mettiamoci pure il caos generato dalle cartelle Tari ancora lontano dall’essere riassorbito e la lista assume contorni inquietanti, per quanto parziali (la soppressione della sede della Commissione tributaria che prossimamente sarà accorpata a Roma insieme a quella di Viterbo è un altro elemento di peso, per quanto non ascrivibile alla politica locale).
In un contesto del genere la questione sicurezza diventa allora solo una tessera di un mosaico molto più complesso. I partiti di centrodestra hanno organizzato per sabato prossimo una manifestazione contro il degrado del tratto di viale Morroni nei pressi della stazione e più in generale del centro storico.
I lavori pubblici in corso abbelliranno il cuore antico di Rieti, ma senza un rilancio delle attività sociali il rischio è che nella sostanza tutto rimanga come prima. Lo dimostra l’esperienza del passato. L’area più critica, ricompresa nel quadrante piazza Oberdan – piazza Mazzini – piazza Berlinguer – viale Morroni, negli anni scorsi ha conosciuto importanti interventi di recupero da parte dei proprietari. Molti edifici sono stati restaurati, a cominciare dall’ex seminario, passando per diversi condomini privati. Lo stesso ex convitto San Paolo che domina il Pincetto è da tempo in ristrutturazione e al termine dei lavori riporterà all’antico splendore uno degli immobili di maggior pregio del quartiere. Eppure la situazione è degenerata ai livelli che conosciamo e un po’ di asfalto nuovo difficilmente sarà sufficiente da solo a invertire la tendenza, anche pensando che ancora non si è stati capaci di portare a compimento una cosa semplice ma fondamentale come potare tutti gli alberi nelle zone più a rischio.
16-03-2025