Con l’arrivo della bella stagione e l’esplosione delle iniziative sono in molti ad ‘improvvisarsi’ organizzatori. Occupare questo ruolo richiede responsabilità e conoscenza e la mancanza di queste caratteristiche spesso si nasconde dietro l’alibi della assenza di collaboratori, del troppo impegno, del ‘siamo in ritardo’. Non è possibile. Come spiega benissimo anche Rita Giovannelli da noi intervistata, qualsiasi manifestazione, se collocata nel periodo giusto, può essere determinante nell’arrivo o meno di gruppi di turisti; per un’agenzia, un tour operator che vuole avere successo nel campo turistico è perentorio – sebbene nel nostro territorio ancora non si comprenda – muoversi con due anni di anticipo Affinché ciò avvenga c’è bisogno di ‘programmazione’. Recentemente un’agenzia ha cancellato un viaggio in città poiché non erano ancora note le date della Festa del Sole: nessuno in grado di comunicarle con certezza.
Già da oggi dovremmo essere in grado di conoscere gli eventi del 2025 (nell’ambito dei quali un appuntamento può certamente slittare o essere modificato): è necessario per l’operatore turistico individuare da subito il periodo su cui lavorare e per pro-loco, associazioni, privati, sapere quali altre caselle dell’anno poter occupare.
E cosa dire della comunicazione?
La si scambia ormai sistematicamente con la pubblicità. La nostra mail, il contatto whatsapp, addirittura le chat personali, sono invasi dalle locandine. Ricordiamo che fino a ieri manifesti e locandine erano commissionate ad una tipografia, timbrate all’ufficio affissioni e poi consegnate agli addetti delle agenzie preposte, tutto questo con notevole esborso di denaro. Oggi, che la concorrenza tra i media è tanta e che il piacere di un click non si nega a nessuno, si evita, a fronte di una diffusione spesso gratuita, persino di comunicare con gli organi di informazione attraverso quello che sarebbe il minimo richiesto: una mail con descrizione dell’evento, giorno, ora e luogo, nell’interesse del pubblico che dovrebbe prendervi parte!
Inviare al contrario una locandina vuol dire pretendere con il minimo sforzo una pubblicità non dovuta. La visibilità dell’evento non può essere realizzata solo attraverso la stessa immagine se si utilizzano mezzi diversi, (dal digitale al cartaceo, ai social). Per non parlare di chi ritiene ormai di essere fin troppo conosciuto e alla recriminazione di mancanza di informazioni sull’evento (pubblico!) risponde “E’ scritto tutto sulla mia pagina Facebook. Noi quella utilizziamo” (!).
Non illudetevi: i mezzi tradizionali, quelli stradali, la cartellonistica risultano essere ancora oggi maggiormente efficaci per una buona fascia di pubblico che non vede il messaggio ‘annegare’ tra mille altri mentre ‘scrolliamo’.
Poi ci sono gli esperti in ‘propaganda’: quelli capaci di rendere stupefacente ciò che non lo è. Per rimanere strettamente collegati all’argomento ‘eventi’ quelli che nel programma scrivono ‘artisti di strada’, esibizione ovviamente degna di attenzione ma alla quale raramente si assegna un orario, rimanendo sul vago; quelli che parlano di ‘notte bianca’ dinanzi a una chiusura semplicemente protratta, quelli che terminano il comunicato ‘rendendo grazie’ a chicchessia e quelli che ‘i soldi non li abbiamo per la pubblicità e poi la gente ormai lo sa’ ma poi ti inoltrano continuamente aggiornamenti… Allargando il campo invece si definisce propaganda la comunicazione che mira ad avocare a se’ iniziative altrui, che dimentica di citare collaborazioni, che arriva a definire dichiarazioni di x e y per una stessa frase, che parla di ‘fuffa’ (termine probabilmente derivato da ‘fuffigno’, cioè garbuglio di fili e tessuti) presentando iniziative di cui in realtà non conosce ancora i termini vendendo la pelle dell’orso prima di averlo nel sacco.
Rispetto, chiediamo rispetto per i lettori e considerazione per un ‘lavoro’, il nostro, che non può essere a costo ‘zero’.