(Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo)
di Simone Vulpiani – Nell’inaugurare questo nuovo spazio vorrei porre l’attenzione su quanto la realtà contemporanea riveli e restituisca luci ed ombre, spesso in netto contrasto. Ascoltando qualunque telegiornale si può facilmente avvertire la sensazione che tutto sia perduto, che la civiltà sia destinata a sparire di qui a poco tempo: guerre e tragedie di ogni tipo affollano la mente dell’ascoltatore lasciandolo inorridito, è inevitabile visto i tempi che corrono. Uscendo per le strade, tra la gente comune, quella di tutti i giorni, sembra invece che le cose scorrano lente, che una parola o una battuta di spirito riescano a stemperare l’angoscia che sovente viene trasmessa. Ecco, questo spazio vuole essere punto di ritrovo per chi crede in un mondo migliore, chi lo cerca, chi, nel suo piccolo, lo realizza, quotidianamente. Uno spazio per mostrare tutto il bene che delle persone, come noi, come tutti, volontariamente appunto, riescono a restituire all’interno della nostra comunità.
Per fare questo ho deciso che il faro, che di volta in volta userò per illuminare piccole e grandi realtà associative, si posi oggi sul Progetto Sant’Erasmo, voluto fortemente dal presidente dell’associazione Il Guazzabuglio ODV. Una associazione questa da sempre in prima fila nel contrasto all’emarginazione sociale dovuta alla povertà. “Noi combattiamo la povertà perché questa porta con sé povertà culturale, scolastica, sanitaria, l’annientamento della persona”, a dirlo è Federica Paolucci, in arte Nanina, in arte perché artista lo è veramente. Il progetto Sant’Erasmo è anche raccolta e consegna di derrate alimentari, inclusione sociale per giovani portatori di handicap, svolgimento di attività in convenzione con il tribunale per la messa alla prova dei detenuti, servizio civile universale. “Grazie a 10 volontari esperti riusciamo a garantire anche la formazione necessaria per affrontare i mutamenti sociali che questi anni hanno comportato.” A ben vedere tra i tanti volontari che quotidianamente svolgono le attività più varie ci sono ragazzi portatori di handicap. “Il fatto di coinvolgere direttamente ed in maniera attiva giovani disabili permette sicuramente una forma serena di inclusione ma anche una visione nuova e diversa, che vede nel volontariato una forma di terapia sociale.” L’associazione “Il Guazzabuglio” è anche motrice attiva del progetto del Comune di Rieti “La Porta Sociale” attraverso il quale si cerca di andare incontro alle nuove situazioni di marginalità sociale in modo tempestivo: una forma di aiuto volta a ridurre le forme di emergenza straordinaria, quindi transitoria ed occasionale. Per quanto riguarda invece la povertà cronica la stessa associazione garantisce un sistema di aiuti alimentari provenienti direttamente dall’Unione Europea (FEAD). Un aiuto costante, serio e soprattutto discreto. “Sono tante le persone che mi conoscono, mi chiamano o mi aspettano agli angoli delle strade – continua Nanina – soprattutto reatini appartenenti a quella che era la classe media, oggi oramai scomparsa.” La prova di quanto detto è rappresentata dal grande numero di chiamate da lei ricevute mentre parlavamo di questa nuova realtà sociale, tanto sconosciuta e rifiutata dalla comunità locale quanto palese e sconvolgente. Associazioni di questo tipo cercano di venire incontro a tale fenomeno prima di tutto comprendendone il significato e le motivazioni profonde e poi supportando le progettualità in prima linea, tutti i giorni. A loro ed alle tante altre che troveranno spazio in questa rubrica va riconosciuto il merito di tenere costantemente acceso il faro su fragilità altrimenti relegate e nascoste.