Eccoci qua.
Abbiamo Format-tato il 2024 e siamo ripartiti con nuovo carburante nel motore.
Abbiamo avvertito l’esigenza di cambiarci d’abito per presentarci a voi rinnovati nella veste ma identici nello spirito.
Vi portiamo per mano ad ammirare questa città, ad apprezzarne gli scorci e la gente, a non dimenticarne le radici e a valorizzarne le tradizioni. Passato e presente non debbono essere persi d’occhio, per guardare al futuro…
Perché della potenzialità di questa terra siamo convinti, della sua voglia di riscatto, delle tante battaglie perse (ed anche dei treni passati) consapevoli. No, non riusciamo a smettere di fare il tifo per lei. Neanche quando ci delude, neanche quando non sa essere riconoscente, quando sembra urlarsi contro e vogare al contrario.
Vogliamo spargere anche del buon seme mentre estirpiamo la gramigna.
Non avete anche voi a volte il bisogno di disintossicarvi? Di spegnere tutto, non solo il televisore ma anche lo smartphone per allontanarvi dall’ondata di fiele che ci investe in qualsiasi ora del giorno? Non siete disgustati dalla facilità con cui si passi dall’ ‘adorare’ una persona a sceglierla come vittima sacrificale? Non vi sentite strumentalizzati a beneficio di chi è il fortunato di turno?
Ogni volta che riceviamo un comunicato stampa da parte delle forze di polizia, troviamo una postilla “Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria”.
Si chiama ‘presunzione d’innocenza’: un imputato non è considerato colpevole sino a che non sia provato il contrario. Un esercizio che la società odierna non consente: siamo tutti colpevoli dinanzi alla grande giuria popolare dei social, senza appello. Con un livello di schizofrenia tale da passare in un attimo dalla compassione profonda e commossa per certi avvenimenti all’ esplosione di odio ed aggressività illimitata. “La diffusione di queste modalità comunicative rozze e violente ha ricadute profonde non solo sul benessere di chi ne è vittima ma anche su quelli che ne sono spettatori incolpevoli”. Vi capita mai di pensare ‘Ma se capitasse a me?’ Sì, se fossimo stati nel luogo sbagliato al momento sbagliato, se qualcuno pensasse che eravamo lì appositamente, se ci inseguissero con le telecamere, se apparissimo in tutti i programmi di approfondimento televisivo, se scandagliassero la nostra vita e quella di chi ci circonda in cerca dei nostri fantasmi, prima di arrivare alla verità. Basterebbe questa domanda per spingerci ad essere più umani e a volare alto difronte a notizie che non meritano attenzione ma vengono ormai ‘captate’ anche da quelli che fino a ieri erano giornali seri, ed amplificate oltre ogni ragione.
Persone che finiscono dentro la cronaca e salgono alla ribalta mediatica, come la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano accusata di aver inventato un post di recensione ed una risposta, per farsi pubblicità, che non ha retto all’accanimento mediatico e si è tolta la vita. Quanti haters nel frattempo ha dovuto fronteggiare? Perché il punto non è dare la notizia ma offrirla in pasto alle belve.
Quindi, tenendo il conto della dose giornaliera di veleno che ormai, nostro malgrado ingoiamo comunque, vogliamo portare dentro le vostre case un possibile antidoto: le storie delle persone, delle cose, dei mestieri; le riflessioni per migliorare; quel che c’è ancora da fare ma anche quanto si sta facendo. Con un occhio attento alle nuove generazioni, il cui numero in presenza cresce e che, per la prima volta, trovano la concreta possibilità di studiare in quello che è un luogo dalle molte potenzialità (parole loro!). Una responsabilità ed anche una spinta diversa per trasformarsi in una città più accogliente, aperta, in movimento, studiando possibili strategie.
Noi che ogni giorno, come voi, pensiamo di smettere – di arrenderci – di fermarci, rilanciamo e ancora una volta raccogliamo la sfida.
Consegnandovi una rivista diversa, rinnovata nella grafica, nei contenuti e nelle collaborazioni, da leggere pagina dopo pagina per… abbassare il tono e riuscire finalmente a ‘sentire’.